Dopo un anno di polemiche sull’organizzazione di Miss USA, il 73° concorso tenutosi al Peacock Theater di Los Angeles in California ha incoronato una nuova vincitrice: Alma Cooper, ventiduenne del Michigan. Laureata alla prestigiosa accademia militare di West Point, ufficiale dell’esercito, la Cooper ha anche conseguito un master in matematica presso la prestigiosa Stanford University, in California.
Più che battere altre 50 concorrenti in base a canoni di bellezza e portamento, Alma sembra incarnare perfettamente le qualità richieste dal concorso: personalità, talento e carattere. Alle domande di rito poste durante il concorso, la Cooper ha detto di “vivere il sogno americano”, quale “figlia di un lavoratore migrante, un’orgogliosa donna afro-latina e un ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti”.
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La neo eletta, però, si troverà ad affrontare una pressione forse ancora maggiore rispetto alle precedenti vincitrici di Miss USA, in quanto porterà la corona all’interno di un organismo che è stato oggetto di controversie.
Intanto, telespettatori da tutto il mondo si sono sintonizzati per assistere alla vittoria della nuova reginetta e messaggi di auguri a lei e ai suoi genitori hanno inondato i social media. Le testate giornalistiche – dalle maggiori fino addirittura all’Hindustan Times in India – hanno riportato la vittoria. Circostanze che indicano un’apparente distensione.
Negli ultimi tempi, l’organizzazione di Miss USA ha dovuto affrontare accuse di razzismo, di molestie sessuali e di supposta manipolazione del regolamento. E con le dimissioni della vincitrice dell’edizione 2023, Noelia Voigt, il concorso è stato sottoposto ad un intenso esame da parte di giornali e mondo social.
All’inizio di quest’anno, il New York Times e altre testate giornalistiche avevano indagato sulle improvviso e conturbante addio della Voigt. Dalle interviste a diverse persone all’interno del sistema era venuto fuori che l’ambiente del concorso “era tossico”. Alcuni problemi sembravano “di ordinaria amministrazione”, tra cui conflitti interpersonali e disorganizzazione, ma partecipanti e direttori locali avevano lasciato intendere che c’erano “tensioni più profonde” all’interno di “un’istituzione in contrasto con la sua stessa dichiarata missione di emancipazione femminile”.
Infatti la lettera di dimissioni della Voigt, di cui il NYT è entrato in possesso, riportava dettagliatamente questioni rilevanti: false promesse, problemi di salute, un episodio di molestie sessuali e la sensazione che l’organizzazione “non l’abbia sostenuta quando ha denunciato l’accaduto”.
L’organismo ha dichiarato di essere “impegnato a promuovere un ambiente sano, comunicativo e di supporto per tutte le concorrenti […] e il personale coinvolto”. Tuttavia, terza persona a detenere il titolo quest’anno, Alma si è unita alla schiera di miss che hanno dichiarato di voler fare la differenza sfidando gli stereotipi e la percezione di ciò che le donne possono – o dovrebbero – fare. La domanda ora è: quale standard di eccellenza richiederà Miss Usa 2024 all’organizzazione del concorso?