Alla Temple University di Philadelphia, un comizio congiunto ha segnato l’entrata trionfale in campagna elettorale di Tim Walz, appena nominato candidato vicepresidente di Kamala Harris. Il governatore del Minnesota – bianco, luterano, politico di esperienza nato e cresciuto nella provincia americana – sta galvanizzando una campagna già rivitalizzata da Harris, con i suoi modi spicci, la sua retorica diretta e la sua reputazione liberal.
Ha solo sei mesi più di Harris (6 aprile 1964 lui, 20 ottobre lei), ma coi suoi capelli bianchi si presenta come il padre di tutti, sfruttando l’esperienza di insegnante e coach di football, nonché il lungo servizio nella Guardia Nazionale, prima di entrare in politica. Professore, allenatore, veterano.
Quella che descrive il nuovo ticket democratico è un’America compassionevole e gioiosa, che si occupa dei piccoli e non dei grandi interessi, che ha a cuore gli interessi della gente comune e predica la tolleranza come il vero fulcro dell’anima e del benessere Usa.
“Dal giorno in cui ho annunciato la mia candidatura ho cercato un partner che può aiutarci a costruire questo futuro migliore, un leader che unirà il paese e ci farà andare avanti, un paladino della classe media, un patriota che crede, come ci credo io, nelle straordinarie possibilità dell’America” ha detto Harris presentando il suo vice. Sicuramente ha scelto il candidato che è il suo contraltare, come Biden lo fu di Barack Obama: l’apparenza saggia, il linguaggio franco, la pelle bianca.
Il governatore del Minnesota – è al suo secondo mandato – è salito sul podio per lanciare una serie di frecciate contro Donald Trump. “Prima di tutto, non ha idea di cosa significhi servire il pubblico, non ha tempo per farlo perché è troppo occupato a servire se stesso. Molte volte ha indebolito l’economia per rafforzare i suoi affari. Si prende gioco delle nostre leggi. Semina caos e divisione”. E ancora: “Non abbiate dubbi, i reati violenti sono aumentati sotto Donald Trump. Senza nemmeno calcolare quelli commessi da lui”.
Altre stoccate contro il vicepresidente scelto da Trump, JD Vance; Walz – che viene dal Nebraska e si presenta come the real thing, l’articolo genuino per rappresentare la provincia Usa- si è fatto beffe di lui ricordando che Vance di umili origini non è, però sulla provincia povera ha scritto un libro, Hillbilly Elegy. “Come tutta la gente normale di provincia che conosco” ha ironizzato, “è andato a Yale, si è fatto finanziare la carriera dai miliardari della Silicon Valley, e poi ha scritto un bestseller facendo a pezzi la gente di quella comunità. Ma andiamo! Devo dirvelo, non vedo l’ora di andare in dibattito contro di lui… Sempre che si scolli dal divano per presentarsi”.
Un’altra stoccata per ricordare la battuta che due settimane fa lo ha reso famoso e un beniamino social, quando ha definito Vance e i trumpiani weird, cioè strani, pazzoidi, incastonando in una parola il malessere dei democratici di fronte all’intero fenomeno MAGA. “L’ho detto in tv e lo sapete anche voi, questi tipi sono creepy, fanno paura e sono weird, strani da morire, è evidente a tutti”. Dall’altra parte dei weird, è evidente, ci sono quelli normali e di buon senso che lavorano per la gente comune.
E sul tema dei diritti civili, lui che ha firmato una legge per tutelare l’interruzione di gravidanza, Walz lancia la frase forse più importante, che sull’aborto (e altri diritti civili) fa appello all’animo americano: “In Minnesota rispettiamo i nostri vicini e le loro scelte personali. Anche se non faremmo le stesse scelte per noi, abbiamo una regola d’oro: mind your own damn business, fatti gli affaracci tuoi”.
Lo stile di Walz è energico, da vero coach, e come ha scritto il New York Times, “se vi ricorda un vostro professore è perché ha insegnato in un liceo per molti anni”. Geografia, per la precisione, e per un anno a inizio carriera ha insegnato anche in Cina dove ha imparato un po’ di mandarino: utile viatico, chissà, per future missioni diplomatiche con Pechino.
Alla fine del comizio i due candidati sono stati raggiunti sul palco dai rispettivi coniugi, Doug Emhoff e Gwen Walz, in un delirio di entusiasmo. L’agenzia France Presse è andata spigolando fra la gente: “Fantastico, energizzante, un’energia incredibile in sala” dice Karen Smith, insegnante in pensione. Per Nathan Rubin, “questo ticket è fantastico, hanno forti possibilità, è stato esaltante ascoltare la vicepresidente Harris e il suo nuovo compagno di corsa il governatore Walz”. Lo studente Cliff Alburger dice “Sono così felice di essere qui e sentirla parlare di una visione positiva per il futuro, come gli alloggi a prezzi sostenibili. Sono pieno di speranza”. Speranza, adesso, è la parola chiave di questa campagna democratica.