Le vicende giudiziarie dell’ex presidente Donald Trump, dopo un periodo di relativa stasi, tornano a incalzare il candidato repubblicano.
Il primo appuntamento è per il 16 agosto a Washington, dopo che la Corte Suprema gli ha riconosciuto il mese scorso una parziale immunità su alcune delle accuse che gli sono state mosse dagli inquirenti federali. Un’udienza per appurare quali capi di imputazione sono perseguibili e quali dovranno essere archiviati. A stabilirlo sarà la giudice distrettuale Tanya S. Chutkan, dopo che la Corte Suprema – che aveva deciso di riaffidare ai tribunali di grado inferiore i procedimenti in esame – le ha affidato il caso. Nei giorni scorsi gli avvocati dell’ex presidente avevano chiesto che l’intera archiviazione del caso, ma Chutkan ha respinto tale richiesta.

La Corte Suprema federale, con una discutibile sentenza decisa solo dai 6 magistrati conservatori, ha stabilito che i presidenti godono dell’immunità assoluta solo quando agiscono in atti ufficiali, negandola per quelli non ufficiali. Nella loro decisione, i magistrati affermavano che l’ex presidente è protetto per le azioni ufficiali estese fino al “perimetro più esterno” del suo incarico. Questa copertura viene meno per quelle private o personali, rimandando quindi alle corti di grado inferiore il compito di determinare quali, fra gli atti per cui Trump è stato incriminato, siano avvenuti nell’adempimento del suo ruolo presidenziale o meno. Una scelta che lascia aperti due procedimenti federali: quello per i dossier top secret che il tycoon aveva portato e nascosto in Florida e quello per i suoi tentativi del 6 gennaio 2021 di bloccare la certificazione elettorale della vittoria di Joe Biden.
La magistrata Chutkan ha anche ordinato sia agli avvocati di Trump che alla squadra del Dipartimento di Giustizia del procuratore speciale Jack Smith di preparare un calendario di lavoro entro venerdì 10 agosto. Il tycoon non è tenuto a partecipare alla prossima udienza, che si terrà pochi giorni prima dell’inizio della Convention Democratica a Chicago.
Un anno fa, il procuratore speciale Smith aveva incriminato Trump con quattro capi d’imputazione: aver tentato di sovvertire le elezioni del 2020 cospirando per bloccare la riunione del Congresso del 6 gennaio 2021, in cui veniva certificata la vittoria di Joe Biden; usare il Dipartimento di Giustizia per imbrogliare e sostituire i legittimi grandi elettori presidenziali con liste fraudolente e falsi nomi in modo da intralciare la certificazione elettorale del presidente e dichiarare lo stato di emergenza; aver minacciato di sostituire i leader del governo per non aver annunciato che era in corso un’inchiesta sulla sicurezza elettorale, quando non esisteva alcuna indagine del genere; e aver cercato di convincere l’allora vicepresidente Mike Pence ad accettare le false liste elettorali.
Chutkan aveva precedentemente affermato che avrebbe dato alla squadra legale di Trump diversi mesi per preparare la difesa una volta che il procedimento sarebbe stato ripreso.
L’ex presidente, che di recente ha ottenuto alcune vittorie in tribunale, non è affatto fuori dai guai penali. Dovrebbe essere condannato il 18 settembre a New York dopo che una giuria lo ha dichiarato colpevole di aver falsificato i documenti aziendali per nascondere i rimborsi fatti al suo ex avvocato, che ha effettuato per suo conto i pagamenti per comprare il silenzio dell’attrice di film per adulti Stormy Daniels prima delle elezioni del 2016. Dopo la parziale immunità che la Corte Suprema gli ha riconosciuto il giudice Juan Merchan ha posticipato la data per emettere la sentenza proprio per esaminare se la decisione della Corte Suprema possa in qualche modo ricadere anche su questa vicenda giudiziaria. Trump inoltre deve anche affrontare accuse in altri due casi penali che non sono ancora stati programmati. Uno in Florida per il rifiuto dell’ex presidente di restituire documenti classificati dopo che aveva lasciato l’incarico e che aveva nascosto a Mar A Lago. Questo caso è stato archiviato dal magistrato federale, ma il procuratore speciale Jack Smith ha fatto appello alla decisione e la vicenda è tutt’altro che conclusa. Un altro caso, in Georgia, vede Trump imputato insieme ad altre 18 persone, per aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020. Questa vicenda giudiziaria è stata portata avanti dalla magistratura statale e, se Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali, potrebbe concedersi il perdono giudiziario per i reati federali, ma non per quelli statali. Ma anche questa vicenda è condizionata dalla decisione della Corte Suprema perchè si dovrà stabilire se le pressioni fatte sui dirigenti statali per “trovare i voti” per annullare la vittoria di Biden ricadano nel suo ruolo istituzionale di presidente.

Infine, The Guardian oggi mette in evidenza come Trump abbia improvvisamente alzato i prezzi per la membership del suo club di Mar-A-Lago. Quest’anno si sono liberati 4 posti e i nuovi soci dovranno pagare un milione di dollari quando a ottobre ci sarà la valutazione delle domande di iscrizione. Un aumento del 43% rispetto all’attuale quota di 700.000 dollari.
Gli osservatori etici sostengono che la mossa suggerisce che il tycoon stia corteggiando nuovi ricchi donatori desiderosi di chiedere il suo aiuto. “Trump è il truffatore condannato”, ha affermato al Guardian Robert Weissman, presidente del gruppo di etica governativa “Public Citizen” con sede a Washington DC. “È possibile che alcune persone vogliano solo socializzare e farsi fotografare con lui, ma durante la sua presidenza ha dimostrato che essere membri del suo club era una esplicita opportunità per chi cercava favori per poterlo avvicinare”. Weissman ha sottolineato diversi episodi durante il mandato di Trump in cui gli iscritti di Mar-A-Lago hanno ricevuto nomine di prestigio.
Tra questi: Lana Marks, la stilista di borse di lusso, che è diventata ambasciatrice degli Stati Uniti in Sudafrica senza alcuna formazione o esperienza diplomatica; Adrian Zuckerman, un avvocato e compagno di golf di Trump che ha svolto lo stesso ruolo in Romania; e David Cornstein, il magnate della gioielleria, un amico di lunga data del tycoon inviato in Ungheria come ambasciatore per corteggiare il primo ministro Viktor Orbán.
L’elenco dei 500 membri del Mar-a-Lago è tradizionalmente tenuto segreto, ma nel 2019 USA Today ha identificato otto membri passati o presenti dei club di Trump scelti per ruoli nella sua amministrazione.