Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin III ha rifiutato l’accordo di patteggiamento raggiunto nei giorni scorsi con Khalid Sheikh Mohammed, presunta mente degli attacchi dell’11 settembre 2001, e con due dei suoi presunti complici, detenuti presso il carcere di massima sicurezza di Guantánamo. Ciò significa che i tre rischiano nuovamente di essere condannati a morte.
Dichiarandosi colpevoli, i 3 avrebbero evitato la pena capitale. L’accordo aveva suscitato forti polemiche, da parte delle famiglie delle vittime e dei repubblicani. Era stato Il Dipartimento della Difesa a rivelare per la prima volta che l’Ufficio delle Commissioni militari stava lavorando a un patteggiamento che avrebbe risparmiato la vita a Mohammed e ai suoi complici. L’improvvisa svolta di venerdì è stata accolta con reazioni contrastanti da coloro che hanno perso i loro cari negli attacchi.
Elizabeth Miller, ad esempio, il cui padre Douglas, un vigile del fuoco di New York, morto dopo l’attentato alle Torri Gemelle, è tra coloro che da anni chiedono un patteggiamento. “Ritengo che questo tira e molla sia assolutamente irrispettoso nei confronti delle famiglie”, ha dichiarato la donna, “Sono anni che va avanti questa storia. Quando finirà?”.
Tanti altri, invece, hanno accolto con favore l’intervento di Austin nel caso. “È una grande svolta”, ha detto Terry Strada, il cui marito, Tom, è morto al 104° piano della Torre Nord del World Trade Center, “Sono molto felice di vedere il loro patteggiamento revocato e la pena di morte di nuovo sul tavolo, e spero che venga fatta giustizia rapidamente”.

Muhammed è stato rinchiuso nella prigione di Guantanamo per quasi due decenni ed è considerato l’architetto degli attacchi dell’11 settembre. L’accordo di patteggiamento, ora fallito, avrebbe comportato per lui e per due dei suoi luogotenenti di al-Qaeda, Walid Bin Attash e Mustafa al-Hawasawi, la condanna all’ergastolo.
I tre accusati avevano accettato di dichiararsi colpevoli di tutti i reati, compreso l’omicidio di 2.976 persone, secondo l’Ufficio del Procuratore capo per le Commissioni militari del Dipartimento della Difesa.
Nella giornata di ieri, però, il Pentagono ha annunciato il suo dietrofront con la pubblicazione di un memorandum, che solleva l’alto funzionario del Dipartimento della Difesa responsabile delle commissioni militari dalla sua supervisione del caso contro i tre terroristi.
Il supervisore, il generale di brigata in pensione Susan K. Escallier, aveva firmato un accordo preliminare con i tre detenuti. In caso di patteggiamento, i familiari delle vittime avrebbero potuto partecipare all’udienza, e fare domande agli uomini di Al-Qaeda, che sarebbero stati costretti a rispondere circa le loro azioni.
Lloyd Austin ha poi annullato l’accordo, assumendo la supervisione diretta del procedimento, affermando: “Data la posta in gioco, la responsabilità di tale decisione deve ricadere su di me”.