Dopo ben 400 anni, La Maddalena di Artemisia Gentileschi farà ritorno a Napoli, città in cui fu dipinta tra il 1630 e il 1635 e dove l’artista trascorse la maggior parte dei suoi anni fino alla morte nel 1654.
L’opera è stata conservata per secoli da privati e negli ultimi cento anni era entrata a far parte della collezione Sursock a Beirut in Libano, dove subì gravi danni a causa dell’esplosione del 4 agosto 2020.
Adesso che è rientrata in Italia è stata restaurata e verrà esposta in tutto il suo ritrovato splendore nel chiostro del Complesso Monumentale Santa Chiara fino al 19 gennaio. Il recente restauro ha riportato alla luce i colori vibranti dell’opera: toni di giallo oro e blu oltremare prendono vita attraverso il chiaroscuro intenso e volumetrico tipico del linguaggio della pittura barocca, in particolare di ispirazione caravaggesca, di cui Artemisia fu tra i massimi esponenti.
L’iconografia della Santa in estasi rimanda al contatto con il divino e, al contempo, sottolinea la sua trasformazione spirituale e il distacco dalla vanità attraverso gli oggetti, unguenti e gioielli, che restano sullo sfondo.
Nel Seicento, Napoli era molto vivace dal punto di vista artistico e Artemisia, che era nata a Roma nel 1593, vi restò dal 1630 fino alla morte divenendo, nel frattempo, la pittrice più celebre d’Europa. Il suo stile e le sue rappresentazioni drammatiche di figure femminili, spesso tratte dalla Bibbia, affascinavano i collezionisti napoletani e non solo.
Nonostante all’epoca di Artemisia le donne erano riconosciute come artiste molto raramente, lei ebbe molti committenti di spicco tra cui Cassiano dal Pozzo, un celebre erudito e appassionato della sua arte, il Duca di Modena Francesco I d’Este e Ferdinando II de’ Medici, che acquistarono i suoi quadri. Galileo Galilei e il nobile messinese Don Antonio Ruffo divennero suoi personali consiglieri.
Circondata da allievi e collaboratori, Artemisia dipinse a Napoli diverse opere e molte di esse, come quella esposta al chiostro, avevano come soggetto la Maddalena, figura tormentata in cerca di redenzione che ha sempre avuto un ruolo importante nella sua produzione artistica.