A Pechino aveva creato una fortuna miliardaria. Poi si è rifugiato in esilio negli Stati Uniti e ha creato stretti legami con l’ex consigliere della Casa Bianca Steve Bannon. Adesso è stato condannato ieri per aver frodato i suoi finanziatori online per oltre 1 miliardo di dollari. Guo Wengui, noto anche come Miles Guo, era stato accusato l’anno scorso dagli inquirenti federali di frode telematica e riciclaggio di denaro dopo aver utilizzato i fondi di migliaia di investitori per sostenere un suo “stile di vita stravagante”, come lo hanno definito i pubblici ministeri nel corso del processo.
Secondo quanto affermato in tribunale Guo ha costruito la sua fortuna in molti modi, inclusa una rete web chiamata GTV Media Group, che, stando alle accuse degli inquirenti, diffondeva disinformazione sia sul coronavirus che sulle elezioni presidenziali del 2020. Una macchina della propaganda soprattutto per truffare ricchi esponenti della comunità sino-americana.
Nel rinvio a giudizio depositato nella Corte Federale di Manhattan i pubblici ministeri hanno affermato che Guo aveva “creato una complessa ragnatela truffaldina diffondendo fantasiose teorie cospirative, vantando legami con industriali e politici cinesi di primissimo piano”. Una macchina per raccogliere fondi per la GTV Media, di cui era state vendute alcune azioni, tra aprile e giugno 2020, per centinaia di milioni di dollari a più di 5.500 investitori. Con questi soldi, Guo era riuscito ad acquistare un super attico al diciottesimo piano dello Sherry-Netherland, una villa a Mahawa in New Jersey, uno yacht, una Lamborgini Aventador SVJ Roadster, tre Mercedes. Dopo un processo durato circa due mesi, è stato riconosciuto colpevole per nove dei 12 capi di imputazione, fra cui frode telematica, frode sui titoli, frode bancaria e riciclaggio di denaro. I pubblici ministeri hanno affermato di essere riusciti a recuperare circa 634 milioni di dollari da 21 conti bancari. La sentenza definitiva di Guo è prevista per il 19 novembre.
Ieri sera in una dichiarazione, il procuratore Damian Williams ha affermato che Guo ha defraudato i suoi seguaci per sostenere “il suo alto tenore di vita”.

Secondo il Washington Post, Guo ha fatto fortuna sviluppando proprietà immobiliari in Cina tra il 2005 e il 2015, prima di essere accusato di crimini tra cui frode e corruzione. Gli inquirenti federali hanno detto che è arrivato negli Stati Uniti nel 2015 e ha acquistato l’attico allo Sherry-Netherland. Una volta trasferitosi a New York, ha lanciato una campagna online pubblicando video e rilasciando interviste “sostenendo di promuovere un movimento contro il Partito comunista cinese”. I suoi commenti sulla Cina hanno portato Guo ad avvicinarsi a Bannon, che aveva lasciato la Casa Bianca nel 2017 e diventato poi presidente della GTV Media Group. La coppia ha formato una partnership di iniziative editoriali e finanziarie che ha allarmato gli inquirenti federali. Quando Steve Bannon è stato arrestato nell’agosto 2020 e accusato di frode telematica e riciclaggio di denaro – stava raccogliendo fondi per un muro al confine tra Stati Uniti e Messico – era a bordo del lussuosissimo yacht “Lady May” di Guo ancorato a Westbrook, in Connecticut. Barca costata quasi 30 milioni di dollari.
Bannon, che sta scontando una pena detentiva di quattro mesi per oltraggio al Congresso, sarà processato a settembre per la truffa del Muro. All’inizio del mese è entrato nella prigione federale di Danbury, in Connecticut, per scontare quattro mesi di carcere per essersi rifiutato di testimoniare alla Commissione d’Inchiesta della Camera sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021. Per la truffa compiuta con la sottoscrizione “We Build The Wall”, l’ex stratega del presidente Donald Trump è stato incriminato insieme a Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea – suoi soci nell’impresa – dalla procura federale di Manhattan per aver imbrogliato migliaia di donatori nell’ambito della campagna di raccolta fondi. Brian Kolfage e Andrew Badolato hanno patteggiato il verdetto di colpevolezza e sono stati condannati a tre anni di prigione. Thimothy Shea, invece, ha rifiutato il patteggiamento ed è stato processato e riconosciuto colpevole della truffa ed è stato condannato a 5 anni e 3 mesi di prigione e alla restituzione di un milione e 800 mila dollari che aveva ottenuto con a truffa.
Bannon, invece, venne “perdonato” da Trump prima che l’ex presidente lasciasse la Casa Bianca. La procura Distrettuale di Manhattan ha però nuovamente incriminato Bannon per la truffa. Il perdono presidenziale è applicabile solo per i reati federali, non per quelli statali e molti dei truffati risiedono a New York. Il processo era stato messo in agenda per il 27 maggio, ma è slittato a metà settembre perché era stato assegnato al giudice Juan Merchan, che era impegnato nel processo a Manhattan a Donald Trump per i pagamenti alla attrice porno Stormy Daniels.