Per gli astronauti fare passeggiate nello spazio potrà diventare sempre più agevole. I ricercatori della Cornell University hanno realizzare un sistema che permette di estrarre acqua potabile dalle urine.
Seppure il meccanismo debba ancora essere testato, i “piloti” potranno in futuro utilizzarlo per migliorare la loro igiene e le loro prestazioni durante l’attività extraveicolare.
Le urine saranno raccolte attraverso una coppetta di silicone, foderata con un tessuto traspirante, che circonda i genitali dell’astronauta. Successivamente saranno veicolate a una pompa a vuoto che le condurrà a un sistema di filtraggio. La procedura che prevede prima la separazione dall’acqua e poi dal sale, potrà processare mezzo litro di urina in cinque minuti e prevede di restituirne l’87% sotto forma di acqua potabile.
Il progetto si ispira alle tute indossate dai protagonisti dei romanzi di fantascienza “Dune” per raccogliere l’umidità nel deserto di Arrakis.
Tra il 2021 e il 2023 gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno effettuato 37 passeggiate spaziali, per una durata di 6,5 ore di media. Durante queste escursioni hanno sempre indossato pannolini per adulti, Maximum Absorbency Garment, (MAG) che possono contenere fino a due litri di fluidi.
Tuttavia questa soluzione può essere causa di disagio e problemi di salute. Gli astronauti hanno infatti riferito che i MAG emanano cattivi odori e provocano eruzioni cutanee, infezioni del tratto urinario e problemi gastrointestinali. I navigatori spaziali hanno inoltre sottolineato che la quantità di acqua potabile fornita nelle tute spaziali non è attualmente sufficiente per le passeggiate, che spesso sono estenuanti.
Sofia Etlin, un’astrobiologa che partecipa allo studio, ha dichiarato: “Gli astronauti attualmente dispongono di un solo litro d’acqua nelle loro borse per bevande all’interno della tuta, piuttosto scarsa per le passeggiate spaziali che possono durare 10 ore o anche 24 in caso di emergenza”.