Tiene duro e non molla. Chi si aspettava un presidente Biden sottomesso, pronto a gettare la spugna dopo le martellanti richieste di questi ultimi giorni si è dovuto ricredere. “Sono determinato a correre. Ma penso che sia importante allentare i timori della gente”, ha detto nel corso della conferenza stampa tenuta nell’auditorium del Convention Center di Washington, subito dopo che si sono conclusi i lavori della Nato.
Il presidente ha anche fornito risposte convincenti, approfondendo alcune complesse questioni di politica estera, sulla Cina, su Putin, su Netanyahu. Biden è stato in grado di spiegare chiarimenti diretti, evitando disastri e dando l’immagine di un comandante saldo in politica estera. Sulla Russia ha detto di “non avere buoni motivi per parlare” con il presidente Vladimir Putin “fino a quando non cambierà atteggiamento”, ha ricordato che “non si inginocchierà a Putin” e avvertito la Cina che aiutare Mosca nella guerra con l’Ucraina “non porterà come conseguenze vantaggi economici”.
Ma le pressanti domande dei giornalisti sono state quasi tutte sulle sue condizioni. Ha suscitato anche qualche sorriso quando a uno che gli aveva chiesto se facesse spesso i test cognitivi ha risposto, con il sorriso sulle labbra, che era una domanda che avrebbe dovuto rivolgere anche all’ex presidente.
“Sono il più qualificato per battere Donald Trump. L’ho battuto una volta e lo farò ancora”, ha detto con tono di sfida dopo aver elencato i traguardi della NATO. “Il summit dell’Alleanza Atlantica che si è appena concluso è stato un grande successo. L’Ucraina è ancora in piedi e lo è anche l’Alleanza, che è più forte e più grande”.
In un altro momento quella di oggi sarebbe stata una conferenza stampa concentrata sui 75 anni dell’Alleanza Atlantica, sull’ingresso recente della Svezia, ma quasi tutte le domande al presidente sono state sulla sua candidatura.
Si è confuso e si è ripreso subito dopo aver chiamanto Trump vicepresidente invece di Kamala Harris.
“Non sono qui per lasciare un’eredità, ma per finire il lavoro che ho iniziato”. Ha proseguito Biden ribadendo di essere il presidente pro-sindacati della storia. “Quando i sindacati stanno bene, tutti stanno bene. Ho ereditato una situazione grave in termini di economia, di politica estera e di divisione interna. La lunga esperienza al Senato mi ha dato la saggezza su come trattare con il Congresso perché le cose venissero fatte. Io voglio finire il lavoro”, ha ribadito.
Ha parlato della sua pessima performance al dibattito. Si è scusato sostenendo che le sue giornate lavorative sono intense. “E Trump cosa fa? – ha chiesto Biden – gioca a golf. Non fa niente. Non è vero che devo andare a dormire alle otto, ho solo detto che devo fare meno cose. Prima del prossimo dibattito non viaggerò così tanto”.
Biden ha poi aggiunto che alleati europei gli hanno detto che deve vincere. “Nessuno mi ha consigliato di non correre e nessuno vuole che vinca Trump”. Alla Convention democratica i delegati sono liberi di scegliere chi vogliono.
I’m not in this for my legacy.
I’m in this to finish the job.
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— Joe Biden (@JoeBiden) July 12, 2024
Sicuramente ha passato la prova ora però è tutto da vedere se riuscirà a rassicurare i suoi compagni di partito. Le elezioni sono alle porte, il Congresso è in fermento, gli americani vogliono capire se il candidato del partito democratico che a novembre affronterà Donald Trump è un dinamico ottantunenne con una lunghissima esperienza parlamentare, capace di svolgere il ruolo che attualmente ricopre o se gli anni hanno intaccato le sue capacità per continuare a guidare il Paese.
Domande legittime dopo la sua pessima prestazione al dibattito delle scorse settimane che ha spinto molti parlamentari a chiedere il suo ritiro. Il senatore democratico Michael Bennett ha dato una valutazione feroce su Biden in un’intervista alla CNN avvertendo che Trump potrebbe sconfiggere Biden “a valanga portandosi dietro la maggioranza al Senato e alla Camera”. E ieri mattina, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, era titubante sul fatto che Biden dovesse rimanere il candidato democratico.
Il malumore all’interno del partito democratico serpeggia da giorni. Si teme che i repubblicani non solo tornino a conquistare la Casa Bianca, ma nel disdegno di una candidatura contestata riescano a capitalizzare sul voto degli indecisi e vincano le maggioranze sia al Senato che alla Camera in una America che, grazie alle decisioni di Trump alla Corte Costituzionale, ha già svoltato a destra bocciando conquiste sociali come la scelta della maternità e minacciandone altre come i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Si teme che la determinazione dell’81enne Biden a candidarsi di nuovo, nonostante le evidenti difficoltà mostrate nel dibattito, possa mettere in pericolo proprio quella democrazia che lui afferma di voler salvare con la sua candidatura.
Il presidente continua ad affermare che ha le doti per continuare. Ma la sua sicurezza si scontra con il dissenso strisciante all’interno del suo stesso partito.
Tutto da capire ora se la conferenza di questa sera sia stata abbastanza per relegare la notte del dibattito come un fatto isolato, un incidente di percorso e nulla più.