Il premier indiano Narendra Modi è arrivato lunedì pomeriggio a Mosca per il bilaterale con il presidente russo Vladimir Putin – il primo tra i due leader dall’invasione dell’Ucraina.
La visita di Modi, che è stato accolto con gli onori militari all’aeroporto di Vnukovo dal vicepremier russo Denis Manturiv e da funzionari indiani, arriva in un momento estremamente delicato per Nuova Delhi, che cerca di mantenere la propria amicizia con Mosca pur avvicinandosi militarmente all’Occidente per contrastare la Cina nell’Indo-Pacifico.
La relazione tra India e Russia ha d’altronde radici profonde che risalgono alla Guerra Fredda: già dai tempi dell’URSS, Mosca è stata a lungo il principale fornitore di armi per la repubblica ex britannica. La guerra in Ucraina ha ridotto drasticamente le forniture provenienti dal Paese eurasiatico, costringendo l’India a cercare nuove fornitori e investire sulla propria industria della difesa. Al contempo, però, Nuova Delhi ha preso ad acquistare grandi quantità di petrolio russo, offrendo ai giganti Oil&Gas di Mosca un mercato di esportazione vitale dopo essere stati cacciati dall’Unione Europea e Stati Uniti – una dinamica che ha permesso all’India di risparmiare miliardi di dollari in forniture a basso prezzo per alimentare la propria economia, e al Cremlino di finanziare il suo sforzo bellico.
“Non vedo l’ora di rivedere tutti gli aspetti della cooperazione bilaterale con il mio amico, il presidente Vladimir Putin, e di condividere prospettive su varie questioni regionali e globali”, ha dichiarato Modi in una nota. “Cerchiamo di svolgere un ruolo di supporto per una regione pacifica e stabile.”
La visita è intesa soprattutto come dimostrazione di indipendenza diplomatica dell’India. Nuova Delhi si è infatti astenuta dal condannare esplicitamente la Russia e ha evitato di sostenere le risoluzioni delle Nazioni Unite contro Mosca. L’interesse strategico di Modi è soprattutto quello di evitare che Putin, in assenza di alleati alternativi, sia costretta ad abbracciare sempre più convintamente la Cina di Xi Jinping, i cui interessi regionali sono in netto contrasto con quelli dell’India in tutta l’Asia meridionale.
E proprio per contrastare la crescente assertività del Dragone nell’Indo-Pacifico, Nuova Delhi ha formato il gruppo “Quad” insieme a Stati Uniti, Giappone e Australia – formando un’alleanza che, a detta di Xi, è esclusivamente preposta a “contenere, accerchiare e sopprimere la Cina”.
Pur facendo fronte comune con l’Occidente in funzione anti-cinese, la politica estera di Modi è molto meno allineata a quella dei colleghi occidentali quando si tratta di Russia. Secondo gli esperti, però, difficilmente Mosca rinuncerà a stringersi a Pechino per non fare dispetto a Nuova Delhi. Anche in occasione del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, tenutosi la scorsa settimana in Kazakhstan e disertato da Modi, Putin ha ribadito per l’ennesima che la relazione tra Russia e Cina è nel “miglior periodo della sua storia”.