Continua implacabile la morsa dell’afa nel sud-ovest degli Stati Uniti. Domenica a Las Vegas, in Nevada, è stata la giornata più calda di sempre, con la colonnina di mercurio un po’ oltre i 120 gradi Fahrenheit (circa 49 gradi Celsius) intorno alle 16:00 ora locale. Nella città del vizio è già in vigore un’allerta per caldo eccessivo, prevista fino ad almeno giovedì 11 luglio.
Secondo il Servizio Meteorologico Nazionale (NWS), le aree colpite dal caldo estremo comprendono anche l’Arizona nord-occidentale, la California sud-orientale e il Nevada meridionale – dove le autorità hanno avvertito i residenti di aspettarsi “condizioni pericolosamente calde per un periodo insolitamente lungo”.
Nel fine settimana la Death Valley in California ha registrato 53°C, come non succedeva dal 2007; Barstow-Daggett, California, ne ha segnati 48, superando il record del 1989 (47). Anche Palm Springs, in California, ha registrato un nuovo record assoluto di 51 gradi venerdì.
Il NWS ha esortato i residenti delle aree colpite in Arizona, California e Nevada a bere molta acqua, restare in luoghi chiusi e climatizzati, evitare l’esposizione al sole e prendersi cura di parenti e vicini più deboli.
L’ondata di caldo di luglio segue il mese di giugno più caldo mai registrato nella storia USA, secondo l’analisi delle temperature globali della NASA, tredicesimo mese consecutivo di temperature record per il nostro pianeta. Gli scienziati ritengono che questo trend sia strettamente legato al riscaldamento globale e all’uso sconsiderato di combustibili fossili.
Secondo l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, più di 14.000 americani sono morti direttamente a causa del calore eccessivo dal 1979. L’ondata di caldo aumenta parallelamente il rischio di incendi in California, dato che il clima secco e caldo rende più difficile contenere i roghi.