Finché morte non ci separi, ma con qualche precauzione. Malgrado i contratti prematrimoniali siano considerati ormai inutili scartoffie per pochi ricchi, sempre più coppie decidono di tutelarsi anche per salvaguardare i loro animali domestici.
Secondo un sondaggio condotto da HarrisPoll, una società statunitense di ricerche di mercato, nel 2023 metà degli intervistati ha sostenuto di aver stipulato un “accordo” con il proprio partner.
Meglio prevenire che curare, dato che nel 2022 gli USA hanno registrato oltre 673.000 divorzi e annullamenti, come emerge dai dati di Centers for Disease Control and Prevention, l’agenzia nazionale per la salute pubblica americana.
Tuttavia questi patti possono essere molto diversi nei contenuti e nelle coperture. In principio descrivevano soprattutto e in dettaglio i beni posseduti al momento del matrimonio, ciò che rimaneva di proprietà separata e la misura degli alimenti. Ora, invece, considerato che in America il 51% delle persone possiede amici a quattro (o due) zampe, includono disposizioni a loro tutela, in caso di separazione.
In base a un sondaggio condotto da Rover, che gestisce un’app che mette in contatto i proprietari di animali domestici con caregiver, su un campione di 1000 persone, circa l’84% ha dichiarato di pensare al destino dei propri animali domestici in caso di fine relazione.
Anche gli avvocati precisano che diviene sempre più determinante inserire nelle disposizioni prematrimoniali gli animali condivisi. “Molte coppie considerano le loro “bestiole” come bambini, quindi la loro custodia può divenire controversa”, ha sottolineato Derek Jacques, avvocato divorzista. “Da un punto di vista legale gli animali vengono trattati come proprietà quindi, soggetti alle regole sulla divisione dello stato in cui avviene il divorzio”.
In ogni caso determinare la custodia di un cane, gatto, criceto, per la legge è una procedura complessa perché non esiste un vero e proprio processo di custodia. In alcuni stati fra cui New York, California, Alaska e Illinois viene perciò preso in considerazione il “miglior interesse” per l’animale.
La fine di un rapporto può essere un momento molto complesso soprattutto se i compagni a quattro zampe devono essere ricollocati, mettere in chiaro fin da subito e con consapevolezza la loro sorte, potrà avere effetti meno devastanti.