Volevano intitolargli una strada di Milano, l’idea è stata bocciata dal sindaco (di centrosinistra) Beppe Sala. Allora hanno pensato di intitolargli un aeroporto: se ne parlava dal giugno 2023, puntando su Milano Linate, e invece alla fine la scelta è caduta sull’hub a 50 chilometri dal capoluogo lombardo, Milano-Malpensa. Dovrebbe chiamarsi “Silvio Berlusconi”: lo ha confermato venerdì il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Questa storia però racconta anche delle divisioni del centrodestra che governa il paese. Facciamo un passo indietro. La prima idea, in mancanza di una via o di una piazza, di dedicare un aeroporto all’ex premier morto un anno fa era stata di Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano di centrodestra, e anche lì si erano levate molte voci contrarie. All’idea di intitolargli Linate si era opposto l’attuale sindaco di Milano Sala, ricordando la regola dei dieci anni, ovvero il tempo che deve intercorrere tra la morte di un personaggio noto e l’intitolazione di uno spazio pubblico.
Poi, il mese scorso, il Consiglio regionale della Lombardia, governato dal centrodestra, ha approvato la richiesta di intitolare lo scalo di Malpensa a Berlusconi, “per ricordare questa figura quale lombardo di particolare spicco nei diversi mondi in cui è stato protagonista”. Più lontano dal centro cittadino, Malpensa si estende sul territorio di sette comuni; è il primo aeroporto commerciale d’Italia e scalo aeroportuale internazionale della Lombardia.
Non senza qualche indecisione però. Il governo della regione è in mano alla coalizione che guida anche il governo nazionale. Fratelli d’Italia, il partito della premier Meloni, ha 22 consiglieri; la Lega, il partito di Matteo Salvini, ne ha 15; Forza Italia, il partito che fu di Berlusconi, ne ha 8. Però la richiesta di intitolare Malpensa all’ex premier è partita da un piccolo gruppo di centrodestra, Lombardia Migliore, che… siede all’opposizione. L’approvazione è arrivata con 28 voti favorevoli e 18 contrari: fra i sì quelli di Fratelli d’Italia e Forza Italia mentre la Lega… si è astenuta.
A un mese di distanza, a quanto pare, ha cambiato idea sposando in pieno l’iniziativa. Venerdì durante un evento pubblico a Manduria, in Puglia, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ovvero il leader della Lega Matteo Salvini, ha annunciato che il Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha approvato la richiesta lombarda, e “siccome l’ultima parola è del ministro dei Trasporti, penso proprio che il ministro dei Trasporti darà l’ok” ha aggiunto, poi si è spostato sui social per confermare la sua soddisfazione.
Ed è arrivato anche il plauso del governatore della Lombardia Attilio Fontana, leghista anche lui, secondo cui è “un giusto tributo. Un riconoscimento che segue all’intitolazione a Silvio Berlusconi del Belvedere del 39° piano di Palazzo Lombardia, sede della giunta e luogo simbolo della nostra regione”.
A parte gli ondeggiamenti della Lega, ci sono le voci contrarie di tutti quelli che non pensano affatto sia “un giusto tributo”. L’eredità di Berlusconi – per mezza Italia a padre nobile della patria e grande statista, per l’altra mezza il responsabile della rovina culturale del paese, ricchissimo profittatore sceso in politica per proteggere il suo patrimonio – resta, per usare un eufemismo, controversa.
Il centrosinistra della regione parla di “una scelta davvero inopportuna”. Per il capogruppo Pd in consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino, “l’ex premier è stato un uomo divisivo e una persona con una storia molto ambigua in cui molti lombardi e molti italiani non si riconoscono”. “Intitolare Malpensa a Silvio Berlusconi è il segno del totale decadimento delle nostre istituzioni” ha attaccato Nicola Di Marco, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle; e ricordano che sono di altro calibro le personalità celebrate dagli scali aeroportuali che hanno scelto di intitolarsi a qualcuno: a Roma l’aeroporto principale è intitolato a Leonardo Da Vinci (sebbene per tutti sia “Fiumicino” dal comune che lo ospita), a Palermo ai martiri della mafia, Falcone e Borsellino, a Venezia a Marco Polo, mentre quello di Pisa rende onore a Galileo Galilei, quella di Brescia a Gabriele D’Annunzio, quello di Firenze ad Amerigo Vespucci, quello di Parma a Giuseppe Verdi, quello di Genova a Cristoforo Colombo… si potrebbe continuare.