Aveva una pistola, ma finta. Deve aver avuto paura, Nyah Mway tredici anni, che ha cercato di fuggire – di corsa, a piedi – mentre la polizia lo interrogava a Utica, New York, assieme a un compagno coetaneo. Aveva paura, i poliziotti lo hanno inseguito, poi secondo il capo della polizia di Utica, Mark Williams, lo hanno visto impugnare “quella che sembrava essere una pistola”. Uno dei poliziotti ha placcato il ragazzino a terra. “Durante una collutazione”, un altro poliziotto ha sparato: un singolo colpo che ha preso Nyah in pieno petto. Inutili i soccorsi sul posto, il ragazzo è morto in ospedale.
I due erano stati fermati perché corrispondevano alla descrizione di due sospetti di una serie di rapine.
Sabato sera, la polizia di Utica ha pubblicato diversi minuti di video delle bodycam dei tre poliziotti presenti.
Si vede il ragazzo puntare qualcosa contro di loro e si sentono i poliziotti gridare “pistola”. Si trattava però di una replica di una Glock 17, in grado di sparare solo pallini. Circola sui social anche un video girato da una casa vicina, in cui si vede un poliziotto lottare a terra con il ragazzo e un altro puntare la pistola e sparare.
Una conferenza pubblica a Utica (un’ora di distanza da Syracuse) con il sindaco e la polizia locale ha visto le proteste dei cittadini; presente era anche un’interprete per aiutare la famiglia del ragazzo ucciso, che non parla inglese. Utica ha visto un forte afflusso di rifugiati negli ultimi anni; molti sono asiatici, da Myanmar, dal Vietnam, dalla Cambogia. Ma la città, 65mila abitanti circa, ospita anche bosniaci, domenicani e altro, che rappresentano il 19% della popolazione locale.
Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla polizia locale, un’altra dalla procura dello Stato di New York. I tre poliziotti coinvolti sono in aspettativa retribuita.