La violenza armata negli Stati Uniti è anche un’emergenza sanitaria e pertanto deve essere affrontata con le stesse misure usate per ridurre il fumo e gli incidenti automobilistici.
In una nota di 39 pagine il Surgeon General e capo della Sanità USA, il dottor Vivek Murthy – anche arcinemico della lobby delle armi, la National Rifle Association (NRA) – ha fatto appello agli americani per considerare la violenza con le armi da fuoco come un tema di salute pubblica. “Lo so che è una tematica polarizzante e che è stata politicizzata – si legge nel comunicato, – ma se si guarda il problema da un punto di vista sanitario, allora si può trovare terreno comune e insieme una soluzione”. Un modo per cercare di mettere il dibattito sulle armi in una prospettiva che consenta di superare le divisioni ideologiche.
Da anni la NRA combatte una sua battaglia parallela contro il Center for Disease Control and Prevention (CDCP), riuscendo con successo con l’amministrazione Trump a ridurre i fondi a favore della ricerca sulla violenza con le armi da fuoco. Non ci è riuscita con l’Amministrazione Biden che, invece, ha rifinanziato i tagli che erano stati apportati. Allora la lobby ha cambiato strategia lanciando una campagna, per ora senza risultati, contro la nomina di Murthy a capo della sanità affermando che rappresenta “una seria minaccia ai diritti di chi possiede armi”.
Randy Kozuch, direttore esecutivo dell’Institute for Legislative Action dell’NRA, afferma che il passo intrapreso dal Surgeon General “è un’estensione della guerra dell’amministrazione Biden contro i proprietari di armi rispettosi della legge. L’America ha un problema di criminalità. Il punto cruciale è l’incapacità del presidente e di molti dei suoi alleati a perseguire e punire i criminali”.
Il tema delle armi divide repubblicani e democratici e non tutti i dem, soprattutto quelli in distretti competitivi, sono favorevoli a misure restrittive su pistole e fucili. Barack Obama prima e Joe Biden dopo, confrontati dalle stragi, hanno cercato di implementarne i limiti, ma il Congresso ha bocciato qualsiasi legislazione.
Nel complesso, c’è scritto nella nota di Murthy, le morti causate dalle armi da fuoco sono salite al livello massimo degli ultimi tre decenni, spinte dall’aumento degli omicidi e dei suicidi. Nel 2022, più della metà delle vittime per arma da fuoco sono avvenute per suicidio, mentre il 40% sono state omicidi.
NEW: Today, for the first time in the history of our office, I am issuing a Surgeon General’s Advisory on Firearm Violence. Firearm violence is a public health crisis in America that poses a serious threat to the health and well-being of our country. https://t.co/bNS7xDa96X 1/10 pic.twitter.com/1w43IMMpxA
— Dr. Vivek Murthy, U.S. Surgeon General (@Surgeon_General) June 25, 2024
Per Murthy, l’allarme è una nuova sfida dopo quella lanciata nei giorni scorsi per i social media, sui quali, a suo avviso, è necessaria un’etichetta di avvertimento simile a quella sui pacchetti di sigarette.
Alcuni degli allarmi lanciati dai capi della sanità pubblica negli Stati Uniti hanno avuto successo, come nel caso di quello del 1964 sui rischi alla salute dal fumo. Dopo l’allarme il Congresso approvò le etichette sui pacchetti di sigarette e il numero di americani che fumava iniziò a scendere: se nel 1964 il 42% degli adulti fumava ogni giorno, nel 2021 la quota è scesa all’11,5%. Una campagna contro la violenza con le armi da fuoco deve richiedere un approccio simile a quella per il fumo, usando quindi un mix di educazione, consapevolezza, cambio culturale e politica. “Non è stata una singola strategia che alla fine ha funzionato con il tabacco – ha messo in evidenza Murthy -, e per le armi è la stessa cosa”.
“Voglio che le persone comprendano il pieno impatto della violenza armata nel nostro paese e voglio che lo vedano come un problema di salute pubblica”, ha detto Murthy in un’intervista. “So che questo delle armi è un problema che è stato politicizzato, ma se possiamo vederlo come un problema di salute pubblica, possiamo unirci e implementare una soluzione per il benessere degli americani”.
Nel 2020, gli infortuni legati alle armi da fuoco negli Stati Uniti sono diventati la principale causa di morte per bambini e adolescenti di età compresa tra 1 e 19 anni. I decessi giovanili legati alle armi superano quelli dovuti a incidenti stradali, cancro e malattie cardiache.
“Non è solo un problema di ordine pubblico. Abbiamo bisogno di un approccio dato da chi regola la salute pubblica per ridurre e prevenire la violenza armata”, ha affermato Alexander McCourt, che ricerca le leggi sulle armi presso il Johns Hopkins Center for Gun Violence Solutions.
Le morti per violenza armata sono un fenomeno unicamente americano e un problema che gruppi medici e difensori della salute pubblica hanno cercato di affrontare, peraltro senza molto successo. Nel 2015, i dati dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie e quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno mostrato che gli Stati Uniti avevano un tasso di mortalità legato alle armi da fuoco 11,4 volte superiore a quello di altre 28 nazioni ad alto reddito. La disparità è ancora maggiore per i giovani: i bambini statunitensi fino a 14 anni rappresentano il 90% di tutti gli infortuni legati alle armi da fuoco in quella fascia di età nei 29 paesi presi in esame dallo studio.
La piaga della violenza armata non è condivisa equamente. Il rapporto del Surgeon General cita uno studio nazionale condotto nel 2019 presso la Northwestern University, che ha scoperto che gli omicidi dovuti ad armi da fuoco e la povertà sono intrecciati, con tassi di morti per armi da fuoco più alti del 27% tra i residenti che vivono in povertà.
Murthy ha concuso la sua nota affermando di temere che il pubblico non comprenda il trauma psicologico inflitto dalla dilagante violenza armata.