A Roma, i lavori sulla rete stradale per il Giubileo del 2025 hanno portato alla luce una fullonica, cioé un’antica lavanderia, risalente al II secolo d.C. Nel corso delle opere viarie per la realizzazione della nuova Piazza Pia, fra Vaticano e Castel Sant’Angelo, è riaffiorato un impianto a cielo aperto in pietra con pavimento a mosaico adibito al lavaggio dei panni insieme a reperti di vario tipo.
Di questa antichissima lavanderia restano ancora perfettamente visibili le vasche utilizzate per il lavaggio e la spremitura dei panni, insieme a diversi dolia, ovvero grandi vasi interrati impiegati per immergere i panni nel detergente, che all’epoca era a base di urina.
Non è un caso che questa struttura pubblica fosse costruita vicino al Tevere poiché questo serviva a garantire un rifornimento continuo e rapido di acqua all’interno dell’ impianto. Inoltre, queste lavanderie all’aperto venivano solitamente costruite in aree urbane periferiche proprio per consentire la dispersione dei miasmi.
Gli archeologi hanno potuto constatare che l’area era occupata in epoca romana da alcune importanti residenze imperiali suburbane, le horti Agrippinæ e horti Domitiæ sulla riva destra del Tevere, caratterizzate da portici, passeggiate e maestosi giardini come nello stile dell’antica Roma imperiale.
Dallo stesso scavo, sono emersi alcuni resti di un muro in blocchi di travertino e tufo, che sembrerebbe databile alla tarda età repubblicana. Tuttavia, la sua funzione resta ancora da scoprire.
Per quanto riguarda la conservazione, i resti archeologici ancora da catalogare saranno trasportati e musealizzati nell’area di Castel Sant’Angelo.
Il progetto museografico prevede infatti la creazione di un’area archeologica nei giardini e la conservazione dei reperti all’interno degli spazi di Castel Sant’Angelo con l’obiettivo di valorizzarli e migliorare accessibilità, fruibilità e valorizzazione anche attraverso un approccio digitale offerto ai visitatori.