Il duello alle urne che vedrà protagonisti il presidente uscente Joe Biden ed il candidato del GOP Donald Trump si preannuncia quanto mai equilibrato, con uno dei due candidati che potrebbe avere la meglio sull’altro con uno scarto di pochi voti. Proprio per questo motivo, nel corso delle loro campagne elettorali, entrambi proveranno ad accaparrarsi più preferenze possibili, cercando di non trascurare qualsiasi fascia della popolazione statunitense.
Negli ultimi tempi, ad esempio, il tycoon avrebbe messo gli occhi sui cittadini americani di origine araba residenti in Michigan, delusi e fermamente contrari al sostegno dell’amministrazione Biden ad Israele nel corso del conflitto a Gaza. Parliamo di una comunità che supera le 350.000 unità e che potrebbe rivelarsi decisiva ai fini di una vittoria del candidato del GOP in uno degli swing state.
Per cercare di accaparrarsi i voti di questi cittadini, dunque, Trump si servirà dell’aiuto di Massad Boulos, imprenditore di origini libanese, nonché consuocere dello stesso tycoon: due anni fa, infatti, il figlio Michael sposò Tiffany Trump. Boulos diventa così l’ultimo parente, in ordine di tempo, ad entrare a far parte del team elettorale del leader MAGA. L’imprenditore di origini libanesi avrà il duro compito di convincere gli arabi americani, infuriati con Biden, del fatto che Trump rappresenti una scelta migliore.

Non sarà facile: molti, infatti, ritengono che il tycoon sia ancor più vicino ad Israele del presidente uscente, e alcuni critici hanno definito alcuni dei suoi commenti recenti come “islamofobici”. “Ovviamente il punto numero 1 che ha la massima priorità all’interno della comunità arabo-americana è l’attuale guerra in Medio Oriente”, ha dichiarato lo stesso Boulos, “E la domanda è: chi può portare la pace e chi sta portando la guerra? Loro conoscono la risposta”.
In tanti, però, hanno fatto notare all’imprenditore come nei suoi anni alla Casa Bianca Trump abbia vietato l’immigrazione da diversi Paesi a maggioranza islamica, mettendo inoltre in dubbio la lealtà dei legislatori musulmani del Congresso. Recentemente, invece, il leader MAGA ha criticato Biden per il suo “sostegno insufficiente ad Israele”, minacciando di deportare i manifestanti pro-Pal. “Ho detto a Boulos che qui non si tratta di essere o no libanesi”, ha spiegato Osama Siblani, editore dell’Arab American News di Dearborn, “Non si possono comprare solo i voti. Devi dare qualcosa di sostanziale alla comunità. E Trump non l’ha ancora fatto”.
I vari commenti, però, non sembrano preoccupare il consuocero del tycoon, amministratore delegato di SCOA Nigeria, specializzata nell’assemblaggio e nella distribuzione di veicoli a motore. Quest’ultimo è un sostenitore di Trump sin dai tempi della sua prima campagna presidenziale, per la quale ora svolgerà un ruolo attivo di primo piano.
A maggio, Boulos ha partecipato ad un incontro nel Michigan con Richard Grenell, ex ambasciatore di Trump in Germania, nonché un importante consigliere di politica estera dell’ex presidente, e circa 40 attivisti arabo-americani provenienti da tutto il Paese. All’evento erano presenti anche alcuni vertici dell’associazione “Arab Americans for Trump”.
La settimana successiva, l’imprenditore libanese è tornato presso lo stato del Midwest, dove ha incontrato altri membri della comunità araba, ai quali avrebbe riferito che il tycoon potrebbe mettere fine al conflitto a Gaza, una volta tornato alla Casa Bianca.
Fino alle elezioni di novembre, Boulos ha dichiarato che continuerà a dividere il suo tempo tra la gestione della sua azienda e le riunioni con la comunità arabo-americana.