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June 14, 2024
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La dichiarazione finale del G7: Medio Oriente, Ucraina, Cina, non c’è l’aborto

C'è invece la tutela dei diritti LGBT+

Maria GaleottibyMaria Galeotti

(L_R) Justin Trudeau Prime Minister of Canada, Giorgia Meloni Prime Minister of Italy, Joe Biden President of the United States and Fumio Kishida Prime Minister of Japan attend, during the G7 summit in Borgo Egnazia, Brindisi, Italy, at the table dedicated to the partnership for global infrastructure and investment , 13 june 2024 ANSA / CIRO FUSCO

Time: 5 mins read

Ucraina e Medio Oriente sono i capitoli principali delle dichiarazioni conclusive dei leader del G7 riuniti a Borgo Egnazia in Puglia, senza sorprese: riaffermano il loro “fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario” e l’appoggio al piano Biden per una tregua nella guerra a Gaza. C’è molto altro della dichiarazione finale, da Taiwan al Libano, dalla Libia alla tassazione internazionale; nulla che non ribadisca gli impegni già presi in passato e negli ultimi giorni.

UCRAINA: SOSTEGNO E 50 MILIARDI

“Insieme ai partner internazionali, siamo determinati a continuare a fornire sostegno militare, di bilancio, umanitario e per la ricostruzione all’Ucraina e al suo popolo. Rimaniamo fortemente impegnati ad aiutare l’Ucraina a soddisfare le sue urgenti esigenze di finanziamento a breve termine, nonché a sostenere le sue priorità di ripresa e ricostruzione a lungo termine”, si legge nel testo. “La Russia deve porre fine alla sua guerra illegale di aggressione e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale questi danni superano ormai i 486 miliardi di dollari”, sostengono i leader, secondo i quali “non è giusto che la Russia decida se e quando pagherà per i danni causati in Ucraina”.

“Gli obblighi della Russia, ai sensi del diritto internazionale, di pagare per i danni che sta causando sono chiari, e quindi continuiamo a considerare tutte le possibili vie legali attraverso le quali la Russia è costretta a rispettare tali obblighi”, affermano i capi di Stato e di governo del G7 he infatti hanno stipulato uno stanziamento da 50 miliardi di euro, da finanziare con gli interessi degli asset sequestrati alla Russia.

MEDIO ORIENTE: CONDANNA DI HAMAS, “INACCETTABILI” VITTIME CIVILI
I leader del G7 ribadiscono la “più ferma condanna dei brutali attacchi terroristici” di Hamas, esprimono la “piena solidarietà e sostegno a Israele e al suo popolo”. Israele però, “nell`esercitare il proprio diritto a difendersi” deve “rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario”. La dichiarazione condanna Hamas per il “continuo utilizzo delle infrastrutture civili per le sue attività militari”, ma i leader deplorano “allo stesso modo tutte le perdite di vite civili e notiamo con grande preoccupazione il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare donne e bambini. Chiediamo a tutte le parti di intraprendere ogni passo possibile per proteggere le vite dei civili”.

L’AFRICA E IL “PIANO MATTEI”

Progetto prediletto della premier Giorgia Meloni che vi impernia la sua politica di aiuti all’Africa per bloccare la migrazione, il cosiddetto “Piano Mattei” viene approvato dalla dichiarazione del vertice. I Paesi del G7 “accolgono con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”.  Rafforzeranno “la cooperazione reciprocamente vantaggiosa ed equa con i paesi africani e le organizzazioni regionali. Mentre assicuriamo ai paesi africani il nostro continuo sostegno finanziario, miglioreremo il coordinamento e l’efficacia delle risorse di cooperazione del G7”. L’impegno è rivolto a “sostenere una migliore mobilitazione e gestione delle risorse interne locali e promuovere maggiori investimenti privati. Sosteniamo” inoltre, “la richiesta dei paesi africani di avere più voce in capitolo negli organismi internazionali e accogliamo con favore la partecipazione dell’Unione Africana al G20 come membro permanente e la creazione di un terzo presidente per l’Africa sub-sahariana presso il comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale a novembre”.

“Ribadiamo – si legge ancora nelle dichiarazioni finali – il nostro sostegno al patto del G20 con l’Africa come strumento per aumentare gli investimenti del settore privato, promuovere le riforme strutturali e il sostegno all’imprenditorialità locale e rafforzare la cooperazione, anche nel settore energetico. Il Partenariato del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali (PGII), e iniziative come l’EU Global Gateway, offrono un quadro che utilizzeremo per promuovere la nostra visione di infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa, sostenute da una selezione trasparente dei progetti. In questo senso, accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”.

MIGRANTI: STOP ALLE “RETI CRIMINALI”

Sempre in materia di migrazione, la dichiarazione finale assicura che “In linea con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (Untoc) e i suoi protocolli, rafforzeremo le nostre azioni per prevenire, contrastare e smantellare le reti criminali organizzate che traggono profitto dal traffico di migranti e dalla tratta di persone”.
“A tal fine – spiegano i Sette Grandi -, stiamo lanciando una coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti. Attraverso questa iniziativa, promuoveremo una maggiore cooperazione sulle capacità investigative, coinvolgendo le autorità competenti nei paesi di origine, transito e destinazione. Incoraggeremo i progressi verso scambi di dati migliori e affidabili, fondamentali per azioni di contrasto congiunte basate su prove contro le reti di contrabbando e tratta” e “utilizzeremo un approccio ‘follow the money’ per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni”.

LA CINA: SERVE “IMPEGNO DIRETTO E SCHIETTO”

“Con la Cina cerchiamo relazioni costruttive e stabili e riconosciamo l’importanza di un impegno diretto e schietto per esprimere preoccupazioni e gestire le differenze” si legge in un passaggio delle dichiarazioni finali. “Agiamo nel nostro interesse nazionale”, scrivono i Sette Grandi, ma “dato il ruolo della Cina nella comunità internazionale, la cooperazione è necessaria per affrontare le sfide globali e continuiamo a impegnarci in aree di interesse comune. Chiediamo alla Cina di intensificare gli sforzi per promuovere la pace e la sicurezza internazionale e di collaborare con noi per affrontare le crisi climatiche, di biodiversità e di inquinamento, combattere il traffico illecito di droghe sintetiche, garantire la stabilità macroeconomica globale, sostenere la sicurezza sanitaria globale e affrontare le situazioni più vulnerabili” tra cui vanno anche annoverate “la sostenibilità del debito e le esigenze di finanziamento dei paesi”.

ABORTO, SALUTE RIPRODUTTIVA E DIRITTI LGBT

Come preannunciato nei giorni scorsi, nella dichiarazione finale del G7 non c’è il riferimento all’”aborto” che era presente l’anno scorso alla fine del G7 di Hiroshima, ma alla “salute sessuale e riproduttiva”. “Ribadiamo – si legge nel documento visionato da Askanews – i nostri impegni nel comunicato dei leader di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti”.

C’è invece menzione dei  diritti lgbtqia+: “Riaffermiamo il nostro impegno per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, attraverso una partecipazione piena, equa e significativa in tutte le sfere della società. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi, e condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali”. “Continueremo – aggiungono – a promuovere e proteggere i loro diritti in tutte le sfere della società e a integrare costantemente l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti politici. Lavoreremo con partner globali per promuovere l’uguaglianza di genere nei forum multilaterali”.

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Maria Galeotti

Maria Galeotti

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