Per decine di escursionisti una gita fuori porta si è trasformata in un incubo. I turisti, attirati da imponenti cascate e vegetazione lussureggiante, si sono recati in Arizona nella riserva indiana di Havasupai vicino al Grand Canyon National Park, dove hanno accusato i primi sintomi di gastroenterite.
I funzionari sanitari della contea di Coconino hanno dichiarato che un nutrito gruppo di persone dopo aver camminato attraverso le cascate ha iniziato a stare male. Sono stati accusati dolori addominali, febbre e vomito. Anche il servizio sanitario federale indiano, che presidia la giurisdizione del parco, ha comunicato che la clinica della riserva ha dispensato cure mediche tempestive a tutti coloro colpiti dai sintomi.
Al momento non sono state individuate le cause dell’epidemia, anche se è tuttora in corso un’ispezione dall’ufficio di igiene ambientale per impedire la diffusione di un eventuale virus. Tuttavia, il portavoce sanitario della contea, Trish Lees, ha sottolineato che gli escursionisti che decidono di visitare la riserva dovrebbero prendere ulteriori precauzioni per prevenire la diffusione di malattie, incluso il filtraggio dell’acqua.
Un comunicato diffuso dalla contea riportava: “Fate attenzione ai primi sintomi del norovirus, come mal di stomaco e nausea, prima di mettervi in viaggio. Il norovirus si diffonde facilmente durante le escursioni in campeggio, soprattutto quando l’acqua pulita scarseggia e le strutture igieniche sono inesistenti. La nostra priorità è la salute e il benessere dei residenti e dei visitatori di Havasupai e lavoriamo a stretto contatto con le autorità sanitarie locali e altri partner per gestire questa situazione in modo efficace”.
Le cascate si trovano in una zona remota raggiungibile soltanto a piedi, in elicottero o a cavallo. L’escursione prevede un percorso di 13 chilometri lungo un sentiero tortuoso prima di arrivare alla prima cascata e più avanti al villaggio di Supai, dove ancora vivono 600 membri della tribù Havasupai. Date le distanze e la scarsità delle risorse, ai migliaia di turisti che ogni anno si recano nella riserva viene suggerito di usare i servizi igienici di compostaggio in loco e di imballare i rifiuti per non inquinare. Ma diversi hanno denunciato sui social media che i sentieri sono disseminati di spazzatura, tra cui carta igienica, bottiglie di plastica e taniche di carburante.
L’Ufficio del Turismo della tribù Havasupai aveva sottolineato di aver già effettuato nei giorni scorsi test sulla potabilità dell’acqua attraverso una sorgente e di non aver rivelato alcuna criticità.