Oggi Emma Ehrens e Grace Fischer, superstiti della strage di Sandy Hook Elementary School a Newtown in Connecticut, ricevono il diploma di scuola superiore.
Un traguardo che sa anche di sconfitta perchè nella progressione delle loro vite, nei loro progetti per il futuro, nella scelta del college e nelle relazioni intessute in tutti questi anni permane il sapore amaro dei venti bambini che invece non ce l’hanno fatta.
Emma aveva sei anni quando un uomo di venti entrò nella scuola armato di un fucile semiautomatico e di due pistole: prese d’assalto la sua classe e fu un miracolo, o un piccolo suggeritore a bordo campo, a salvare la sua vita e quella di Grace.
Il loro biglietto per l’incolumità si chiamava Jesse Lewis, guance rosse e sorriso ampio. Il bambino, poco prima di finire a terra come la maggior parte dei presenti, fece appena in tempo ad urlare di correre. Correre a più non posso.
Ed fu quello che le due superstiti fecero.
“Ricordo di aver corso con foga fuori dalla stanza e poi, nel corridoio proprio vicino all’ingresso principale, c’erano delle sedie … e sotto le sedie c’erano delle persone finite lì a causa della forza d’impatto dei proiettili” ricorda Emma con dolore.
Un viaggio all’Inferno anche per Grace la quale rimase nascosta in un’altra classe finché alcuni agenti della polizia non intervennero portando tutti al riparo “Quando siamo arrivati alla caserma dei pompieri, abbiamo dovuto allinearci per grado ed è stato allora che il mio insegnante ha realizzato la drammaticità del momento … quando ci siamo schierati mancava la metà dei presenti”.
Ma oggi è un giorno di rinascita. Con un velo di rancore e malinconia ma è pur sempre una rinascita. E per ricordare la tragedia del 2012, la classe della Newtown High School del 2024 indosserà dei nastri verdi e bianchi con incisa la scritta “Forever In Our Hearts”.
Con un piede ancora nel passato, si pensa anche al futuro: Grace frequenterà l’Hamilton College nello Stato di New York, intenzionata a concentrare i propri studi nell’ambito legale. Per lei questa è una scelta ma anche un dovere che sente verso la classe “Anche se loro non sono più qui, ci sono persone che sono sopravvissute e che stanno davvero cercando di andare avanti anche per loro. Poiché le loro vite sono state prese così presto e io ho attraversato tutto questo in così tenera età, mi sento come se fosse il mio scopo continuare la mia vita in loro onore”.
Per non dimenticare l’importanza della prevenzione quando si parla di sicurezza, entrambe le diplomande continuano a raccontare il proprio vissuto grazie al supporto della Junior Newtown Action Alliance, di cui fanno parte. L’associazione, nata per condividere le storie di quanti sono accomunati da un simile passato, invita a riflettere sui massacri che continuano a tormentare le scuole americane e, contestualmente, porta avanti numerose campagne contro le armi da fuoco.