Arriva a sorpresa la notizia delle dimissioni del ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. Era già stata annunciata una conferenza stampa che si sarebbe dovuta svolgere nella serata di ieri, se il blitz operato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nel campo di rifiugiati Nuseirat, nel cuore della Striscia di Gaza, non fosse andato a buon fine. Invece, i 4 ostaggi israeliani sono stati portati in salvo. Gantz allora aveva rinviato, ma non ci si aspettava sarebbero arrivate a meno di 24 ore di distanza.
“Lascio con il cuore pesante – ha dichiarato il membro centrista del Gabinetto in una diretta con le tv israeliane. – Non vinceremo questa guerra come avevamo pianificato. Netanyahu ci impedisce di avanzare verso la vera vittoria. Le decisioni strategiche vengono affrontate con procrastinazione ed esitazione a causa di considerazioni politiche. Abbiamo formato un governo di emergenza per una partnership segnata dal destino, non per una partnership politica. Mesi dopo il disastro di ottobre, la situazione nel Paese è cambiata”. L’attacco al Primo Ministro è duro dopo le innumerevoli richieste, a vuoto, di accettare un piano per la fine della guerra nella Striscia.
Il leader Netanyahu è subito corso ai ripari, pregando Gantz di non lasciare il governo e “non abbandonare la battaglia”. “Israele è in una guerra esistenziale su più fronti. Benny, non è il momento di abbandonare, è il momento di unire le forze”, si legge sul post di X/Twitter.
Cambio di rotta dopo il clima festoso per il “successo” di ieri, “una giornata storica”. “Questa è la prova che Israele non cede al terrorismo”, aveva detto il premier Netanyahu alla notizia del salvataggio dei 4 ostaggi, nonostante l’uccisione del comandante della missione israeliana Arnon Zamora, confermando anche che queste operazioni continuerrano fino a quando non saranno liberati tutti gli israeliani ancora trattenuti da Hamas.
Dall’altra parte, l’IDF ha lasciato dietro di sé una scia “sanguinosa”, come l’hanno definita i rappresentanti del gruppo terroristico. Il Ministero della Sanità palestrinese ha fatto sapere che sono stati uccisi 274 civili, fra cui molti bambini, e oltre 400 sono rimasti feriti.
Il contrammiraglio Daniel Hagari ha riferito che per raggiungere gli ostaggi le forze israeliane sono state costrette a entrare in aree civili, “perché lì Hamas si era insediato”. Alla conta delle vittime, l’IDF ha contestato che i dati non sono veritieri e che i morti si aggirerebbero intorno alle centinaia. Purtroppo le informazioni arrivano con ore di ritardo per la mancanza di accesso diretto alla zona.
Con il raid, l’esercito israeliano è riuscito a liberare quattro ostaggi che si sono potuti riunire alle loro famiglie, che li attendevano da mesi. Almog Meir Jan, 21 anni, Andrey Kozlov, 27 anni, Shlomi Ziv, 40 anni, e Noa Argamini (la ragazza israeliana di 25 anni che era stata ripresa su una moto mentre gridava “non uccidermi”) erano stati rapiti dai guerriglieri di Hamas durante il festival musicale Re’im il 7 ottobre 2023. Tutti, seppure siano stati condotti in ospedale per gli accertamenti medici, sarebbero in buone condizioni di salute.
I 4 ragazzi erano rinchiusi in due appartamenti civili, separati, a circa 200 metri di distanza l’uno dall’altro. Invece, Noa Argamani era detenuta in un edificio diverso. l’IDF era riuscita a ottenere le informazioni sulla loro posizione in anticipo, anche se raid di questo tipo, ha evidenziato Hagari alla stampa, erano già stati precedentemente annullati all’ultimo minuto “in almeno 4 occasioni” a causa di condizioni sfavorevoli.
Nonostante , che ha perso la vita nel blitz, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito la giornata come storica: Il premier ha inoltre sottolineato che gli interventi nella Striscia di Gaza proseguiranno fino a quando non saranno liberati tutti gli ostaggi israeliani ancora trattenuti da Hamas.