Fabrizio Freda non si sposta da Estée Lauder. L’imprenditore napoletano si riconferma, infatti, CEO del tempio del beauty. Una storia lunga quindici anni, che nemmeno le difficoltà degli ultimi tempi sono riuscite e rovinare, né i disaccordi sulla direzione dell’azienda all’interno della famiglia fondatrice.
Da quando Freda ha assunto la carica di CEO nel luglio 2009, le azioni di Estée Lauder sono passate da meno di 20 dollari a oltre 300 dollari nel 2021, prima del recente crollo sotto i 125 dollari, secondo il WSJ. In effetti negli ultimi dodici mesi, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la società ha perso 22 miliardi di dollari sul mercato, che equivale a circa il 33% di fatturato in meno. I motivi sembrano legati alla dipendenza dal mercato della Cina, dove i blocchi dovuti alla pandemia hanno avuto un forte impatto sulle vendite, dunque sugli utili. In aggiunta, alcuni brand sotto l’ombrello Lauder non sono riusciti ad agganciare i consumatori più giovani, in particolare su TikTok.
Ciò nonostante, il consiglio di amministrazione ha deciso di ripuntare tutto sul manager italiano. In un comunicato, Charlene Barshefsky – direttore capo esterno di Estée Lauder – e William P. Lauder – presidente esecutivo – hanno dichiarato che il consiglio di amministrazione sostiene pienamente Freda e il suo piano per incrementare la crescita, la redditività e la velocità di commercializzazione di Estée Lauder. Secondo il Wall Street Journal, la famiglia è divisa sul sostegno al manager italiano, che sta conducendo un piano di turnaround incentrato sulla riduzione delle scorte invendute. Tra i membri chiave della famiglia figurano i figli di Estée, Leonard e Ronald, e gli eredi di terza generazione, William, Jane e Aerin.
Leonard, che si è recentemente dimesso dal consiglio di amministrazione all’età di 90 anni, è insoddisfatto di Freda, mentre il figlio William, 63 anni, che ha guidato l’azienda dal 2004 al 2009, sostiene con forza l’attuale amministratore delegato. Inoltre, la nipote di Leonard e cugina di William, Jane Lauder – responsabile marketing dell’azienda e seconda azionista di famiglia – nonostante sia tra i principali candidati interni per il posto di CEO, sembra non godere del sostegno da parte della famiglia e del consiglio di amministrazione.
Nato a Napoli nel 1957, Freda, prima di entrare a far parte della Estée Lauder Company come Presidente e Chief Operating Officer nel 2008, ha trascorso 20 anni presso Procter & Gamble, dove ha ricoperto diverse posizioni manageriali nelle divisioni ‘Health and Beauty Care’ e ‘Global Snacks’. Nel 2012 è diventato anche membro di Black Rock, il fondo di investimento più importante al mondo, guidato da Larry Fink.
Incluso nella prestigiosa Barron’s list come uno dei migliori CEO al mondo, Fabrizio Freda risulta il dirigente più pagato negli Stati Uniti. Nel 2021 la sua retribuzione ha raggiunto la cifra di 66 milioni di dollari (scesa poi a 21,8 nel 2023). “Faccio il lavoro dei miei sogni” aveva detto alla fine dello scorso anno.
Focus strategico e disciplina sono stati i punti fermi di Freda, che ha portato Estée Lauder a registrare vendite e profitti record. In termini finanziari, Estée Luader ha aggiunto 3 miliardi di dollari di vendite nei primi quattro anni della sua amministrazione, raggiungendo quasi 10 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2013. L’utile operativo è triplicato, il margine operativo è passato dal 7 al 15% circa, il dividendo è aumentato del 162% e la capitalizzazione di mercato di Lauder è passata da 6 miliardi di dollari nel giugno 2009 a quasi 26 miliardi di dollari quattro anni dopo. Questi risultati fanno di Freda uno degli amministratori delegati più efficaci nel mondo degli affari.
In un’intervista rilasciata al Journal l’anno scorso, Freda dichiarava: “Non ho intenzione di andare da nessuna parte, siamo nel mezzo di un piano di turnaround molto importante”. Intanto, dovrà ripartire dai mercati emergenti, come India, Messico e Brasile. È lì, in base alla loro crescita, che il manager italiano prevede l’aumento delle vendite per la seconda metà dell’anno fiscale.