Anche la contraccezione non va bene in questo anno elettorale: il Senato a Washington ha bloccato una proposta di legge democratica per la creazione del diritto federale all’accesso alla contraccezione. Molti repubblicani si sono detti contrari alla legge in quanto “inutile e eccessiva per il governo”. Inutile perché secondo i repubblicani, il diritto alla contraccezione è già protetto da una sentenza della Corte Suprema e basta così.
La proposta di legge è stata bocciata per 51 voti a 39, non ha cioè raggiunto i 60 voti necessari per procedere, dopo che tutti i repubblicani, tranne due, hanno votato contro. Le due senatrici del GOP che hanno votato a favore sono Lisa Murkowski dell’Alaska e Susan Collins del Maine.
La sconfitta era annunciata. Da parte democratica, la proposta della legge era in realtà un messaggio elettorale per sottolineare la differenza fra i due partiti in materia di tutela delle donne e diritti riproduttivi, mentre l’abolizione del diritto federale all’aborto (anche quello era garantito da una sentenza della Corte Suprema, prima che la Corte Suprema combiasse idea nel 2022…) resta uno dei temi caldi della campagna elettorale; una buona parte degli Stati dell’Unione stanno procedendo ad eliminare o limitare fortemente il ricorso all’interruzione di gravidanza, il resto sta legiferando o dibattendo se legiferare per proteggerlo localmente.
“Abbiamo visto cosa ha fatto la Corte Suprema con l’aborto e c’è un serio rischio che si muovano anche sulla contraccezione” ha detto la democratica Elizabeth Warren. Per la senatrice, molto impegnata sul tema, è “nauseante che i repubblicani pensino di poter fare due cose insieme – andare dai loro gruppi estremisti e dire ‘vi diamo tutto quello che volete, metteremo al bando l’aborto, la procreazione assistita, la contraccezione’, e poi dire al resto del paese ‘Noi non c’entriamo niente'”.
La proposta di legge firmata da Ed Markey, Massachussets, e Mazie Hirono, Hawaii, avrebbe stabilito il diritto federale per i singoli di “ottenere contraccettivi e fare volontariamente ricorso alla contraccezione” e la protezione per i professionisti della sanità che la procurano. La contraccezione era definita come “ogni farmaco, strumento o prodotto biologico per la prevenzione di una gravidanza”, e la legge proibiva al governo federale o agli Stati di legiferare per ostacolare questo diritto.
“È uno specchietto per le allodole, non è serio, non significa niente. E non fa alcuna eccezione per l’obiezione di coscienza” ha detto il senatore John Cornyn, Texas, in corsa per essere il prossimo leader repubblicano al Senato. “È una sciocchezza perché che io sappia la contraccezione non è illegale e suggerire che sia a rischio è addirittura imbarazzante”.
A livello federale, per ora, il diritto alla contraccezione resta affidato alla sentenza del 1965 della Corte Suprema nel caso Griswold v. Connecticut. I democratici sottolineano che quando la Corte – ora a maggioranza repubblicana a causa dei tre giudici nominati nel mandato Trump – revocò la tutela federale dell’aborto nel 2022 affidando la decisione ai singoli stati, uno dei giudici, il conservatore Clarence Thomas, scrisse in una opinione separata che la Corte avrebbe dovuto in punta di diritto “riconsiderare” altre sentenze come quella Griswold.
Politicamente la misura bocciata è solo una di varie introdotte primariamente a scopo dimostrativo – soprattutto sul tema scottante di stranieri e immigrazione. I democratici hanno approvato recentemente una legge bipartisan sul controllo delle frontiere contro l’immigrazione, per dimostrare di saper usare il pugno di ferro sul tema. I repubblicani alla Camera hanno da poco approvato una legge che impedisce ai cittadini non americani di votare, benché fosse già illegale e, a giudicare dalla cronaca, estremamente raro.