Finalmente ci è riuscita. La navicella spaziale Starliner è decollata dopo due tentativi fallimentari.
Il primo risale infatti al 6 maggio 2024, quando il razzo Atlas V della United Launch Alliance, equipaggiato con la navicella spaziale Starliner di Boeing, è stato posizionato sulla rampa di lancio al Complesso di Lancio Spaziale 41 presso la Stazione delle Forze Spaziali di Cape Canaveral, in Florida, senza tuttavia spiccare il volo. Le cause sono da ricercare in alcuni problemi tecnici, tra cui un’anomalia al sequenziatore di lancio e all’attrezzatura di supporto a terra. Le squadre hanno anche individuato una piccola perdita di elio nel modulo di servizio del veicolo spaziale, motivo per cui l’operazione è stata sospesa e sono subentrate le dovute operazioni di revisione.
Un secondo lancio era poi previsto per sabato 1 giugno alle 12:03 EDT ma la NASA, Boeing e ULA hanno deciso di comune accordo di non procedere al fine di garantire la massima sicurezza a Butch Wilmore e Suni Williams, i due astronauti della NASA coinvolti nella missione (nota come Crew Flight Test) e al loro equipaggio.
In questo caso il problema era di altra natura: durante gli ultimi quattro minuti prima del lancio, tutti e tre i computer usati per garantire sicurezza in missioni di questa caratura non erano perfettamente sincronizzati. Un inconveniente che a prima vista potrebbe suonare irrilevante rispetto alle complicazioni della fase precedente, se non fosse che le schede contenute al loro interno sono il cuore dell’operazione in quanto danno il via ai passaggi base come il rilascio dei bulloni alla base del razzo in modo che possa decollare dopo l’accensione, ad esempio.
Tory Bruno, presidente e CEO di United Launch Alliance, durante una conferenza stampa di sabato, ha infatti voluto spiegare l’importanza di questo aspetto e la necessità di avere un sistema sinergico funzionante “Immagina un grande rack che è un grande computer in cui le funzioni del computer come controller sono suddivise separatamente in singole schede. Sono tutti stand-alone, ma insieme è un controller integrato”.
Oggi, alle 10:52 EDT, a seguito di un meticoloso lavoro di revisione da parte della squadra della compagnia americana e alla presenza di condizioni atmosferiche favorevoli, lo Starliner ha infine condotto i due veterani dello spazio a tagliare un traguardo di importanza capitale per la riuscita del Programma dell’Equipaggio Commerciale dell’agenzia. Quest’ultimo costituisce infatti per gli Stati Uniti un trampolino di lancio verso l’indipendenza poiché significherebbe poter mandare astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in totale autonomia e definire un rapporto di fedele partnership con la compagnia aerospaziale Boeing.
Se tutto dovesse procedere da manuale, Starliner attraccherà alla ISS entro 24 ore e farà ritorno sulla Terra all’incirca 8 giorni dopo, atterrando in una zona desertica a sud-ovest degli Stati Uniti.
A quel punto Williams e Wilmore potranno fare un resoconto dettagliato delle prestazioni e delle capacità della navicella, tra cui l’efficacia del propulsore del veicolo spaziale, quella del pilotaggio manuale e la compatibilità delle loro tute all’interno della capsula.