Una conferma, un trionfo, una verifica che nel calcio “it’s not over till it’s over” – e che la mentalità vincente è tutto. Carlo Ancelotti ha guidato il suo Real Madrid alla quindicesima vittoria in Champions League battendo il Borussia Dortmund 0-2 a Wembley, ma per il tecnico di Reggioli è la quinta coppa dalle grandi orecchie: tre con il Real, due con il Milan. Più di chiunque altro.
Eppure la finale della competizione più illustre fra i club europei allo stadio londinese era cominciata male per i madrileni. Il Borussia ha dominato il primo tempo che è finito a reti inviolate solo grazie a una serie di magnifiche parate di Thibaut Courtois – infortunato per gran parte della stagione. Occasioni mancate che la squadra tedesca ha pagato quando Dani Carvajal ha insaccato sull’angolo di Toni Kroos a 16 minuti dal termine. La rete di Vinícius Júnior poi ha suggellato il risultato.
Oggi la stampa internazionale celebra il successo del tecnico italiano. Per il francese L’Equipe gli spagnoli sono “gli intoccabili”, ma per l’Observer inglese (il domenicale del Guardian), è “Il carnevale di Carlo”. Lui, intervistato, ha detto “non so cosa succederà stanotte ma non dormiremo. Sembra un sogno ma è realtà”. E come fa il Real a vincere sempre? 15 Champions nella storia, cinque nelle ultime nove edizioni. “È la storia e la tradizione del club e naturalmente la qualità dei giocatori. Questo club è una famiglia lavoriamo insieme senza problemi e il clima nello spogliatoio è sempre buono. Devo ringraziare il club e i giocatori, niente ego, grande umiltà, non è stata una squadra difficile da gestire”.