Il serial Killer canadese Robert Pickton, colpevole di aver assassinato ventisei donne nella sua fattoria di Vancouver tra la seconda metà degli ani Novanta e l’inizio del millennio, è morto dopo essere stato aggredito in prigione. Aveva 74 anni. Il Correctional Service of Canada ha dichiarato in un comunicato che Pickton, un detenuto dell’istituto di Port-Cartier nella provincia del Quebec, è deceduto in ospedale in seguito alle ferite riportate nell’aggressione del 19 maggio, che ha coinvolto un altro detenuto.
È stato uno dei più noti serial killer del nord America, tanto da diventare “celebre” in tutto il mondo a causa delle sue terribili azioni. Ad aggredirlo era stato un altro prigioniero di Port-Cartier, di 51 anni. Pickton è stato condannato per sei capi d’accusa di omicidio di secondo grado ed all’ergastolo nel 2007, con un periodo massimo di inammissibilità alla libertà vigilata di 25 anni, dopo essere stato accusato degli assassinii di 26 donne.
La polizia ha iniziato a svolgere ricerche nella fattoria del settantaquattrenne, sita a Port Coquitlam nei pressi di Vancouver, più di 22 anni fa, in quella che nacque come un’indagine sulla scomparsa di decine di donne dalle strade più malfamate della città canadese. Per lo più si trattava prostitute e tossicodipendenti, abbandonate ai margini della società. Nella fattoria del serial killer vennero ritrovate tracce di DNA appartenenti a ben 33 donne. Lo stesso Pickton, una volta, si vantò con un agente di polizia sotto copertura di averne assassinate 49.
Durante il processo, il testimone dell’accusa, Andrew Bellwood, ha detto che killer gli aveva raccontato in che modo strangolava le sue vittime e dava i loro resti in pasto ai suoi maiali. I funzionari della sanità hanno emesso un avviso di carne contaminata per i vicini che avrebbero potuto acquistare la carne dalla fattoria di Pickton, temendo potesse contenere resti umani.
Al momento, il carcere nel quale era detenuto l’uomo, ha avviato una indagine interna circa le circostanze che lo hanno portato alla morte. “La ricerca esaminerà tutti i fatti ed i dettagli dell’aggressione, compreso il rispetto delle politiche e dei protocolli”, hanno dichiarato i vertici dell’istituto penitenziario, “Siamo consapevoli che il caso di questo criminale ha avuto un impatto devastante sulle comunità della British Columbia e di tutto il Paese, comprese le popolazioni indigene, le vittime e le loro famiglie. I nostri pensieri sono con loro”.
“Ora potrò davvero andare avanti”, ha invece affermato Cynthia Cardinal, sorella di Georgina, una delle donne assassinate dal killer, “posso guarire e lasciarmi tutto alle spalle”