Rimandato ancora una volta il lancio dello Starliner di Boeing. La missione mira alla realizzazione di una serie di veicoli spaziali, parzialmente riutilizzabili, per trasportare gli equipaggi verso la Stazione Spaziale Internazionale e in altre destinazioni nell’orbita terrestre bassa.
Il nuovo “taxi” spaziale avrebbe dovuto decollare oggi dalla Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, su un razzo Atlas V con a bordo gli astronauti della NASA, Butch Wilmore e Suni Williams. Mancavano soltanto 3 minuti e 50 secondi alla partenza, quando il computer che gestisce la programmazione di bordo ha bloccato il conto alla rovescia.
In una conferenza stampa, Tory Bruno, amministratore delegato della United Launch Alliance, che gestiva il lancio, ha dichiarato che la causa dell’arresto sarebbe dovuta a un rallentamento nella connessione di uno dei tre sistemi informatici che orchestrano la sequenza di lancio. Il team del progetto si è mostrato fiducioso nel riuscire a risolvere l’incidente nel giro di 24 ore. La priorità “ora riguarda il recupero dell’equipaggio”, che dovrà tornare ai propri alloggi in attesa di riprendere la missione nei prossimi giorni.
La capsula dopo aver raggiunto l’orbita avrebbe dovuto separarsi dal razzo Atlas V e accendere i propri motori per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale in un giorno di viaggio.
I due astronauti incaricati di testare le capacità di Starliner, tra cui le prestazioni del propulsore del veicolo spaziale e il funzionamento delle tute, dovranno inoltre monitorare il sistema di pilotaggio manuale nel caso il pilota automatico incorra in avarie.
La durata della missione, prevista in otto giorni, porterà al ricongiungimento di Wilmore e Williams ad altri sette astronauti e cosmonauti presenti nella Stazione Spaziale. Una volta eseguite le operazioni di monitoraggio, i due “navigatori” potranno riutilizzare Starliner per il loro rientro, in un sito nel Sud-Ovest degli Stati UIniti.
La Boeing è impegnata da tempo nel progetto che si contrappone a quello della capsula Crew Dragon di SpaceX, l’azienda di Elon Musk. La società statunitense, produttrice di velivoli aerospaziali, cerca di espandersi grazie al Commercial Crew Program della NASA. L’iniziativa dell’agenzia federale cerca infatti di promuovere collaborazioni con partner dell’industria privata.
Il lancio di Starliner, seppure possa definirsi storico, segnerà solo il sesto viaggio inaugurale di un veicolo spaziale con equipaggio negli Stati Uniti.
Bill Nelson, l’amministratore della NASA, in una conferenza stampa aveva dichiarato: “Tutto è iniziato con Mercury, poi è arrivato Gemini, Apollo, Space Shuttle, Dragon (di SpaceX) e ora avremo anche Starliner”.
Il percorso della navicella spaziale tuttavia è stato fino a ora pieno di ostacoli. Il 6 maggio, a due ore dal tentativo del suo primo lancio, era stato identificato dagli ingegneri un problema a una valvola. L’intero stack, compresi il razzo e il veicolo spaziale, erano stati riportati indietro dalla rampa di lancio per i test e le riparazioni.
Successivamente, seppure non sia stata ritenuta una minaccia per gli occupanti del velivolo, era stata individuata anche una piccola perdita di elio all’interno del modulo di servizio e rilevata una “vulnerabilità di progettazione”.