Un gruppo di artisti drag performer ha deciso di creare un comitato nazionale in difesa e protezione della loro arte e dei loro colleghi. L’esigenza nasce a causa delle crescenti minacce di violenza, proteste e legislazioni che prendono di mira questa secolare forma di intrattenimento. Oltre a fornire supporto, l’obiettivo è colmare una lacuna in un settore che si basa sul lavoro freelance e manca di tutele per i lavoratori.
Il Qommittee ha annunciato la propria costituzione alla vigilia del mese di giugno, da anni destinato alla celebrazione dell’orgoglio della comunità LGBTQ+. Quest’anno, secondo le agenzie federali, il periodo destinato al Pride potrebbe essere particolarmente rischioso, a causa di probabili attacchi da parte di gruppi estremisti.
“La nostra intenzione è quella di realizzare uno spazio comune, in cui le persone possano entrare e trovare le risorse di cui hanno bisogno per organizzarsi e proteggersi”, ha dichiarato alla stampa Blaq Dinamyte, un drag king candidato come presidente del gruppo. “Ciò include la sicurezza e le risorse legali per gli artisti e i locali, che potrebbero non essere attrezzati per gestire le dimostrazioni anti-drag”.
Nell’ultimo anno i crimini d’odio e violenza verso la comunità LGBTQ+ e di mobilitazione anti-drag, tra cui proteste e minacce, si sono moltiplicati. Tra il 1° giugno 2022 e il 30 maggio 2023 l’Institute for Strategic Dialogue, un’organizzazione no-profit che studia gli estremismi e la disinformazione, ha registrato oltre 200 casi imputabili a odio verso i drag. Nella maggior parte dei casi tutti perpetrati da parte di individui affiliati a organizzazioni suprematiste bianche o nazionaliste cristiane.
Il gruppo, per creare un dialogo con la comunità, ha anche iniziato a collaborare con le forze dell’ordine con l’intenzione di smantellare stereotipi e pregiudizi radicati da tempo.
Gli spettacoli drag sono divenuti inaspettatamente oggetto di contestazioni, con oppositori disposti a sostenere che tali esibizioni sono offensive e inappropriate per gli spettatori più giovani.
Lo scorso anno quattro Stati governati dai repubblicani – Florida, Montana, Texas e Tennessee – hanno cercato di promuovere leggi che ne limitavano o impedivano lo svolgimento, nonostante la contrarietà degli americani stessi.
Secondo un sondaggio di NPR/PBS NewsHour/Marist, oltre un terzo dei repubblicani e quasi il 75% dei democratici si dimostrano favorevoli alla prosecuzione degli spettacoli drag.