Il vicepresidente Kamala Harris ha annunciato una nuova partnership che raddoppierà l’accesso a Internet in tutta l’Africa. Attualmente circa il 40% del continente riesce a navigare sul web: l’obiettivo del piano promosso dalla numero due del governo statunitense è quello di arrivare a quota 80% entro il 2030. L’annuncio fa seguito alla visita di Harris in Africa dello scorso anno ed a quella di questa settimana a Washington del presidente keniota William Ruto.
I due hanno avuto un colloquio pubblico venerdì presso la Camera di Commercio degli Stati Uniti su come i partenariati pubblico-privato possano aumentare la crescita economica. “Molti potrebbero giustamente sostenere che il futuro è nel continente africano”, ha detto Harris, “Non si tratta semplicemente di aiuti, ma di investimenti e di comprensione delle capacità esistenti”.
L’Africa ha faticato a ottenere i capitali necessari per costruire i propri settori industriali e tecnologici. L’anno scorso le Nazioni Unite hanno riferito che gli investimenti diretti esteri verso il continente erano scesi a 45 miliardi di dollari, quasi la metà rispetto rispetto al record di 80 miliardi del 2021. L’Africa rappresenta solo il 3,5% degli investimenti diretti esteri a livello mondiale, nonostante ospiti circa il 18% della popolazione globale.
L’African Development Bank Group, ora, insieme a Mastercard e ad altre organizzazioni, contribuirà a formare la Mobilizing Access to the Digital Economy Alliance. L’alleanza fornirà l’accesso digitale a 3 milioni di agricoltori in Kenya, Tanzania e Nigeria, prima di espandersi altrove, secondo l’AP. Oltre a lanciare la partnership no-profit per l’accesso digitale, Harris ha annunciato un’iniziativa volta a dare a 100 milioni di persone e imprese africane del settore agricolo l’accesso all’economia digitale.
La Casa Bianca ha promosso tale progetto osservando che la “trasformazione digitale” del continente continuerà ad aprire “nuovi mercati per le esportazioni e i servizi statunitensi” e a creare una “partnership approfondita tra i governi africani e il settore privato americano”.
Nel frattempo, mentre il nuovo piano è stato accolto per lo più con entusiasmo, i dipendenti delle aziende tecnologiche statunitensi in Kenya chiedono maggiore responsabilità e migliori condizioni di lavoro. Alcuni hanno scritto al Presidente Biden, per esprimere le proprie preoccupazioni.
Questi ultimi affermano che il lavoro di moderazione dei contenuti e di intelligenza artificiale che svolgono, per una paga molto bassa, è dannoso dal punto di vista mentale e fisico e potrebbe essere paragonato alla “schiavitù moderna”.