“Sono stato inserito nelle categorie dei fragili, ma io non mi sento tale, mi sento una persona come tutte le altre e rivendico questo diritto”. Lorenzo Sani vuole iniziare con queste parole l’intervista con La Voce, un modo per ricordare l’amico e collega Antonio Malafarina, da poco scomparso, che ha curato assieme a lui e a Claudio Arrigoni la guida Comunicare la disabilità. Prima la persona.

Promosso e ideato dal Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine Nazionale dei giornalisti, il progetto è un manuale utile a tutti, seppure sia rivolto prevalentemente agli appartenenti di categoria.
Gli autori infatti hanno cercato con semplicità di fornire strumenti che possano favorire una comunicazione più adeguata e rispettosa verso le persone disabili.
“La disabilità deve divenire una caratteristica della persona – ha spiegato Sani. – Tutti noi abbiamo caratteristiche distintive dagli altri. Ogni essere umano è unico e dovrebbe essere riconosciuto per quello che riesce ad apportare, non per il suo contrario. Il linguaggio è importante: attraverso quello ,si passa dall’affermazione dei diritti alla valorizzazione dell’individuo”.
L’esigenza di scrivere questo prontuario è dovuta alla comunicazione che corre sempre più veloce, ha spiegato il giornalista. “Il linguaggio cambia repentinamente. Ci sono molti termini che entrano nell’uso corrente e altri che, invece, diventano obsoleti”.

Come indicato sul manuale, i giornalisti, spesso, tendono a essere insofferenti rispetto alle terminologie corrette, che “nascono dal movimento culturale e dall’evoluzione dei tempi”. Non si pongono il problema della “connotazione” e dello “stigma”. Preferiscono magari frasi a effetto che, talvolta, possono disturbare la sensibilità di alcuni.
“Negli anni ’80, l’Organizzazione Mondiale della Sanità declinò il termine handicappato per definire la disabilità. Fu una grande conquista – ha proseguito Sani. – Ventun anni dopo, la stessa OMS ha riformato il suo linguaggio, chi si occupa di comunicazione ha delle responsabilità ancora maggiori nel descrivere l’argomento. Ci sono 101 mila giornalisti iscritti all’Albo e altri 350 mila, come influencer e blogger, si occupano di comunicazione a vari livelli: combattere la discriminazione passa attraverso anche il loro linguaggio”.
La guida, già richiesta anche dal Ministero degli Interni e dal Comitato paralimpico di Milano-Cortina, che curerà le Olimpiadi invernali in Italia nel 2026, articola anche il tema della discriminazione multipla delle donne con disabilità e delle caregiver, spesso sottovalutato.
Nel mondo, circa il 20% della popolazione è costretta a confrontarsi con una disabilità, solo in Italia sono quasi 13 milioni. Almeno una famiglia su dieci ha un membro non autosufficiente, che necessita di cure giornaliere e assistenza.
“Adesso ci siamo occupati delle persone disabili – ha concluso Sani. – Ma non escludo che in futuro possiamo tornare a parlare di altri generi”.




La guida è scaricabile su www.odg.it accessibile anche a persone cieche, ipovedenti e con dislessia.