Ristoranti e catene di fast-food stanno usando l’Handscanner, un dispositivo che rileva la pulizia delle mani. Un prodotto realizzato dalla start-up newyorchese PathSpot, tiene sotto controllo l’igiene dei dipendenti. La tecnologia è in uso in quasi 10.000 ristoranti in tutto il mondo.
Lo scanner manuale può essere installato accanto a un lavandino. I lavoratori mettono le mani sotto e la macchina cerca quindi lo sporco di qualsiasi tipo sulla pelle, dando risultati sullo schermo sovrastante in pochi secondi. Se i germi sono ancora presenti, al dipendente verrà chiesto di lavarsi di nuovo le mani e di fare un’altra scansione.
Christine Schindler, l’ideatrice della macchinetta, che ha un background in ingegneria biomedica, si rese conto che il lavaggio delle mani è il fattore maggiormente responsabile dei focolai di malattie di origine alimentare. “Nove focolai su 10 sono direttamente correlati al lavaggio scorretto delle mani” – ha detto – citando i dati del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti. “Prima dell’Handscanner l’unica prevenzione erano i cartelli in bagno: ‘I dipendenti devono lavarsi le mani prima di tornare al lavoro'”.
Il dispositivo raccoglie dati, e nel caso delle catene di ristorazione li invia alla sede aziendale, dove si controlla quali filiali seguono meglio le regole. L’azienda produttrice PathtSpot ha detto che all’inizio il 75% delle scansioni dei dipendenti non dava risultati soddisfacenti. Dopo alcune settimane di pratica, tuttavia, la percentuale è scesa al 5%.
La pandemia ha posto l’attenzione sull’importanza della salute e della sicurezza nel settore della ristorazione, sia tra i consumatori che tra i lavoratori. I dipendenti sono spesso quelli che richiedono questi strumenti perché, dopo tutto, la maggior parte di loro preferirebbe non ammalarsi. E ci sono vantaggi anche per i ristoratori: meno assenze se i lavoratori non si ammalano. Così come un’epidemia di malattie di origine alimentare può causare perfino la chiusura dell’esercizio.