Intelligente, elastico e altamente sensibile: un sensore sviluppato dai ricercatori dell’Università della British Columbia (UBC) insieme a Frontier Robotics, l’istituto di ricerca della multinazionale giapponese Honda, apre le porte a una vasta gamma di applicazioni nell’ambito della robotica e delle protesi.
Il dispositivo tecnologico è composto principalmente di silicone e il design, unico nel suo genere, gli conferisce la possibilità di piegarsi e stropicciarsi, proprio come la pelle umana. Un particolare rilevante, che permette una maggiore funzionalità ai portatori di protesi degli arti superiori.
Quando viene applicato sulla superficie di un braccio con protesi o di un arto robotico, il sensore fornisce sensibilità al tocco. Non solo: consente gesti generalmente difficili per le macchine, ad esempio afferrare un pezzo di frutta tenera oppure un oggetto fragile. La presa, infatti, è molto delicata.
L’industria giapponese Honda è impegnata nel settore della robotica umanoide dagli anni ’80. È sua la realizzazione del noto robot ASIMO, il primo modello bipede prodotto, lanciato nel 2000. Ha, inoltre, sviluppato dispositivi che consentono ai portatori di protesi alle gambe di deambulare.
La gomma al silicone che ricopre il sensore, utilizzata anche per gli effetti speciali nei film, è facilmente reperibile e di costi ragionevoli. In aggiunta, i ricercatori affermano che il rivoluzionario dispositivo è semplice da fabbricare e si adatta a tutte le tipologie di protesi. “I sensori e l’intelligenza artificiale stanno rendendo le macchine sempre più abili e realistiche e alla portata di tutti”, ha detto il dottor Kenneth Madden dell’UBC. Il che, in casi come quello della pelle intelligente, rende il futuro più ottimistico.