Un gran giurì dell’Arizona ha incriminato sette collaboratori della campagna di Donald Trump e ben 11 membri del partito repubblicano locale per aver tentato di rovesciare la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020. Gli imputati, tra cui avvocati e consulenti della campagna elettorale, sono accusati di aver favorito un piano per assegnare i voti elettorali dello Stato al tycoon invece che a Biden, che in Arizona aveva vinto con uno scarto di 10.457 voti.
Trump è descritto come “Unindicted Coconspirator 1” nell’atto di accusa, che comprende cospirazione, frode e falsificazione. La lista degli incriminati è inoltre composta da Mark Meadows, l’ex capo dello staff di Trump alla Casa Bianca; Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e avvocato di Trump; Boris Epshteyn, funzionario della campagna del tycoon e avvocato; Mike Roman, altro funzionario del team elettorale dell’ex presidente USA; gli avvocati Jenna Ellis e Christina Bobb, e John Eastman, altro consigliere legale di Trump.
Tra le persone accusate in Arizona c’è anche Kelli Ward, che ha ricoperto il ruolo di presidente del GOP dello Stato durante le elezioni del 2020 e nel periodo immediatamente successivo. Il 6 gennaio 2021, dopo l’attacco al Campidoglio, quest’ultima ha twittato: “Il Congresso è chiuso. Rimandiamo la scelta degli elettori alle legislature”.
Insieme a Ward sono stati accusati di essere “falsi elettori”: i legislatori statali Anthony Kern, Jake Hoffman e Michael Ward; Tyler Bowyer, membro del comitato nazionale repubblicano per l’Arizona e direttore operativo di Turning Point USA, organizzazione sostenuta da Trump; Greg Safsten, ex direttore esecutivo del GOP dell’Arizona; l’ex candidato al Senato degli Stati Uniti Jim Lamon; Robert Montgomery, ex capo del GOP della Contea di Cochise, e gli attivisti del Partito Repubblicano Samuel Moorhead, Nancy Cottle e Loraine Pellegrino.
“Abbiamo condotto un’indagine approfondita e professionale negli ultimi 13 mesi sullo schema dei falsi elettori nel nostro Stato”, ha dichiarato la procuratrice e generale dell’Arizona Kris Mayes, “Capisco che per alcuni di voi la giornata di oggi non sia stata abbastanza veloce. E so che altri mi criticheranno per aver condotto questa indagine. Ma come ho già dichiarato in passato, e lo ribadisco oggi, non permetterò che la democrazia americana venga minata”.
L’Arizona è uno dei sette stati in cui, nel 2020, i sostenitori di Trump firmarono certificati falsi, affermando che il tycoon era riuscito a superare Joe Biden. Episodi pressoché identici sono stati segnalati anche dai procuratori di Nevada, Georgia e Michigan.