Sono gli Stati Uniti il Paese con il più alto tasso di mortalità per tumore tra gli under 50, afferma the American Cancer Society.
Se un tempo infatti erano gli over 65 la fascia più soggetta a tale rischio, nel periodo tra il 1995 e il 2020 si è verificato un radicale cambio di tendenza su scala globale, con percentuali significative nei Paesi ad alto reddito. Ne fanno parte l’Europa occidentale e il Regno Unito (quest’ultimo con un aumento del 22% dagli anni Novanta), ma sono gli Stati Uniti a risentirne maggiormente: nel 2019, sono stati infatti registrati circa 103 casi di cancro su ogni 100.000 cittadini adulti di età inferiore ai 50 anni, rispetto a circa 100 nel 2010, secondo uno studio del 2023 riportato in JAMA Network Open, il giornale medico a cura di the American Medical Association.
Sebbene possa sembrare una variazione poco significativa, informa Richard Barakat, medico e direttore del centro di cura del cancro presso Northwell Health a New York, la gravità di simili dati è a livelli esponenziali: “È come se le curve si fossero invertite”.
Tra i tumori che causano il maggior numero di morti in America, i quattro più temibili sono quello al pancreas, al seno (che ha colpito il 4% in più delle donne americane nel periodo tra il 2016 e il 2019), ai polmoni e al tratto colon-retto, quest’ultimo con una significativa incidenza sia sulla popolazione maschile under 50 (diventando la prima causa di decesso) sia su quella femminile della medesima fascia di età (seconda causa di decesso), stando a quanto riporta the American Cancer Society. I ricercatori del JAMA Network Open hanno inoltre riscontrato una crescente presenza di altri tipi di tumori gastrointestinali.
Secondo un’analisi di dati federarli fornita da Business Insider, è anche emerso che la percentuale di cittadini americani sotto i quarant’anni affetta da cancro è aumentata del 35.4% nel periodo dal 1975 al 2019. Dati che fanno tremare e riflettere, specie sulle cause di questa tendenza ultimamente così preponderante: sono molti i ricercatori che hanno cercato di individuare le ragioni sottese a tale fenomeno demografico e tutti concordano sull’importanza di adottare uno stile di vita sano.
Sebbene vi siano svariati elementi scatenanti l’insorgenza della malattia, dalla genetica alle abitudini quotidiane in materia di cibo, dallo sport alla deprivazione del sonno, fino fattori ambientali, è altrettanto corretto affermare che l’assunzione di cibo processato, la mancanza di esercizio fisico e l’abuso di alcol e fumo sono dei trigger decisivi.
Lo conferma uno studio condotto nel 2019 da Ahmedin Jemal, vicepresidente senior presso the American Cancer Society (ACS): insieme ai colleghi trovò una correlazione tra l’insorgenza dei tumori tra giovani americani e la loro condizione di obesità, una patologia che colpisce il 40% degli adulti sotto i quarant’anni.
Per questo motivo i medici sconsigliano una dieta ricca di cibi ultraprocessati, incoraggiando invece costanza nel praticare anche solo un minuto o due al giorno di intensa attività motoria. A titolo preventivo è altrettanto utile sottoporsi a controlli periodici, preferibilmente almeno una volta all’anno, e considerare la propria storia familiare relativa ai casi di cancro, in quanto la genetica gioca un ruolo sostanziale.
Misure precauzionali che andrebbero messe in atto il prima possibile, secondo uno studio pubblicato su BMJ Oncology: si stima infatti che entro il 2030 si assisterà a un incremento del 30% dei casi di tumore a esordio precoce tra i giovani e del 20% relativo ai casi di decesso.