Niente più aiuti alla Russia o ci saranno conseguenze. Questo il messaggio che il segretario di Stato USA Antony Blinken consegnerà a Pechino, dove il capo-diplomatico di Biden è atteso questa settimana per colloqui di alti livello che lo vedranno fare tappa anche a Shanghai.
La tre-giorni di Blinken, che inizierà mercoledì e sarà la seconda visita ufficiale nel Paese da segretario di Stato, segue di poche ore l’agognata approvazione da parte della Camera USA di un pacchetto di assistenza da 61 miliardi di dollari per l’Ucraina.
Un funzionario del dipartimento di Stato ha dichiarato che Blinken ha “tre obiettivi primari per il suo viaggio in Cina”. “In primo luogo, fare progressi su diverse questioni chiave; in secondo luogo, comunicare in modo chiaro e diretto le preoccupazioni su questioni bilaterali regionali e globali; in terzo luogo, gestire responsabilmente la concorrenza”.
Blinken intende “ribadire le nostre profonde preoccupazioni riguardo al sostegno di Pechino alla base industriale della difesa russa”, nonché alle sue violazioni dei diritti umani e alle “pratiche economiche e commerciali sleali”. Il segretario di Stato discuterà inoltre della situazione in Medio Oriente – con Washington che chiede da tempo a Xi di fare pressioni sull’Iran per evitare che le rappresaglie con Israele degenerino in un conflitto aperto.
“E naturalmente il segretario discuterà delle sfide nell’Indo-Pacifico, tra cui le provocazioni di Pechino nel Mar Cinese Meridionale” e la “retorica minacciosa e le azioni sconsiderate della Corea del Nord”, ha dichiarato il funzionario. Blinken, ha proseguito, “ribadirà anche l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan”.
Secondo l’intelligence statunitense, la Cina avrebbe fornito all’alleato russo una vasta gamma di equipaggiamento, dai camion blindati ai giubbotti antiproiettile, a doppio uso civile-militare – e perciò impiegabile (e verosimilmente impiegata) anche nel conflitto in Ucraina.
In occasione del G-7 dei ministri degli Esteri a Capri, Blinken aveva accusato il Dragone di essere il “principale contributore” della Russia in termini di assistenza industriale per gli armamenti.
Gli aiuti cinesi avrebbero fatto sì che Mosca abbia “ampiamente ricostituito la sua base industriale di difesa, che ha un impatto non solo sul campo di battaglia in Ucraina, ma rappresenta una minaccia più ampia, a nostro avviso, per la più ampia sicurezza europea”, ha dichiarato un funzionario del Dipartimento di Stato ai giornalisti. La Cina starebbe inoltre esportando anche microchip e parti necessarie per produrre autoblindo, droni e missili da crociera.