Uscirà il 22 ottobre in contemporanea in 11 lingue (incluso il russo) Patriot, un libro che raccoglie le memorie degli ultimi mesi di vita del defunto attivista Aleksej Navalny.
Il leader dell’opposizione extraparlamentare russa avrebbe iniziato a scriverlo poco dopo il tentativo di avvelenamento a suoi danni nel 2020, mentre era in volo da Tomsk verso Mosca. Il 47enne sarebbe riuscito a completarlo poche settimane prima della morte, avvenuta lo scorso febbraio in una colonia penale artica della regione di di Yamalo-Nenets nella quale stava scontando una condanna a più di 30 anni per una serie di reati legati alla frode e all’estremismo – che lui e gran parte dei governi occidentali ritengono di matrice politica.
Secondo le prime indiscrezioni, Patriot parlerà non solo degli anni più recenti (e politicamente impegnati) di Navalny, ma anche delle esperienze precedenti, dal matrimonio con Yulia fino alla scelta di mettere i bastoni tra le ruote dello ‘zar’ Putin.
L’editore statunitense, Alfred A. Knopf, ha definito l’opera come “l’ultima lettera di Navalny al mondo” e ha annunciato una prima edizione di 500mila copie.
La vedova dell’attivista lo ha invece descritto come “una testimonianza non solo della vita di Aleksej, ma del suo impegno incrollabile nella lotta contro la dittatura – una lotta per la quale ha dato tutto, compresa la sua vita”, definendo suo marito “un uomo di profonda integrità e di inflessibile coraggio”.
“Condividere la sua storia non solo onorerà la sua memoria, ma ispirerà anche altri a lottare per ciò che è giusto e a non perdere mai di vista i valori che contano davvero”, ha aggiunto.
Dopo essersi fatto curare in Germania nel 2021 per presunto avvelenamento da agente nervino novichok, Navalny aveva clamorosamente deciso di tornare in Russia, dove era stato subito arrestato e quindi trasferito nel carcere siberiano dove avrebbe incontrato la morte. Morte che peraltro, sospettano in molti, potrebbe in realtà essere stata un vero e proprio assassinio in vecchio stile KGB.