Il comandante militare statunitense per il Medio Oriente, generale Erik Kurilla, è arrivato oggi in Israele per consultazioni con i funzionari dello Stato ebraico in merito a un paventato attacco dell’Iran e dei suoi alleati. Da giorni il regime degli ayatollah minaccia pesanti ritorsioni contro Israele dopo il raid delle IDF che ha ucciso il generale delle Guardie Rivoluzionarie Mohammad Reza Zahedi a Damasco, la scorsa settimana.
Secondo il calendario reso noto dal Pentagono, Kurilla incontrerà il Capo di Stato Maggiore di Tsahal Herzi Halevi e il ministro della Difesa Yoav Gallant per aumentare la capacità di preparazione congiunta contro un attacco iraniano con missili balistici, droni e missili da crociera contro obiettivi in territorio israeliano che rischiano di allargare fatalmente il conflitto tra Israele e Hamas-Hezbollah.
Alti funzionari israeliani hanno dichiarato che lo Stato ebraico è pronto anche allo scenario-limite di un attacco missilistico dal territorio iraniano in territorio israeliano – che spingerebbe Israele a fare altrettanto nel territorio della Repubblica Islamica.
Gallant ha dichiarato mercoledì, durante una visita a una batteria Iron Dome nel nord di Israele, che “coloro che cercheranno di attaccarci incontreranno una forte difesa e, subito dopo, una potente risposta sul terreno”.
Davanti a una potenziale ulteriore escalation, lo zar degli Stati Uniti per il Medio Oriente Brett McGurk, ha intanto chiesto ai ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq di trasmettere un messaggio all’Iran invitandolo a ridurre le tensioni con Israele. I quattro ministri hanno contattato il collega iraniano ieri sera.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Biden, che durante la conferenza stampa congiunta con il premier giapponese Fumio Kishida mercoledì, ha avvertito Teheran che Washington non starà a guardare. “Il nostro impegno per la sicurezza di Israele è un impegno di ferro”, le sue parole.