O.J. Simpson, ex star del football poi divenuto famoso come presunto assassino della sua ex moglie e di un suo amico, è morto di cancro all’età di 76 anni.
“Il 10 aprile nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro”, si legge in un comunicato pubblicato dalla famiglia Simpson su X. “Era circondato dai suoi figli e nipoti”.
Simpson, nato il 9 luglio 1947 a San Francisco, in California, ha cambiato il modo in cui gli atleti, in particolare quelli afroamericani, erano visti dal grande pubblico, e ben prima di trasformarsi in un divo. Celebre per le sue eccezionali doti di running back, la sua carriera di giocatore di football fu segnata da importanti successi, tra cui la vittoria dell’Heisman Trophy nel 1968 e l’essere il primo giocatore della NFL a correre per oltre 2.000 yard in una stagione, record stabilito nel 1973.
Le sue prodezze sul campo gli valsero numerosi riconoscimenti, come il titolo di NFL Most Valuable Player e Offensive Player of the Year nel 1973, cinque selezioni First-team All-Pro dal 1972 al 1976 e diverse partecipazioni al Pro Bowl negli stessi anni. Ha inoltre guidato la lega in yard corse per quattro volte e in touchdown di corsa per due volte. La sua eredità nel football fu perciò premiata con la sua introduzione nella Pro Football Hall of Fame nel 1985.
Ma la caduta in disgrazia di Simpson si rivelò altrettanto spettacolare: durante il processo divenne una delle persone più odiate del Paese, malgrado la frenesia mediatica intorno a lui abbia trasformato il processo in un parafulmine per la divisione razziale negli Stati Uniti.
Non solo il momento in cui fu dichiarato non colpevole per gli omicidi del 1994 dell’ex moglie Nicole Brown Simpson e dell’amico Ron Goldman fu uno dei più seguiti nella storia della televisione, ma la gioia e la rabbia che il verdetto scatenò – rispettivamente nella comunità nera e in quella bianca – segnarono una svolta nelle relazioni razziali negli USA, dove l’astio si manifestò senza mascheramenti e in tutta la sua ira quando le due razze si schierarono apertamente.
Ogni minuto del lungo inseguimento nella Bronco bianca fu ripreso in diretta televisiva ed è diventato uno dei momenti culturali indelebili nella memoria collettiva.
Il processo mise poi in luce alcuni tasti dolenti all’interno del sistema giudiziario americano, in particolare per quanto riguarda le relazioni razziali e l’influenza dello status di celebrità sui procedimenti legali. Il caso ebbe un impatto significativo sulla copertura mediatica dei procedimenti penali, creando dei precedenti per la trasmissione in diretta e il sensazionalismo inevitabilmente legato ai casi di alto profilo. Inoltre, l’esito del processo portò a discussioni sull’efficacia del sistema della giuria e sulla necessità di riformare le pratiche della giustizia penale.
Il successivo processo civile si concluse con un verdetto del 1997 che lo ritenne responsabile delle morti e lo condannò a pagare 33,5 milioni di dollari di danni. Nonostante ciò, Simpson ha sempre sostenuto la sua innocenza riguardo agli omicidi, anche se ha scritto un libro molto controverso, If I Did It: Confessions of the Killer, che ipotizzava gli omicidi e confermava ulteriormente la convinzione diffusa che li avesse effettivamente commessi.
Il Simpson accusato degli assassinii non assomigliava quasi per nulla alla figura che era stata in precedenza. Non era solo una stella del football, ma una figura popolare dall’innegabile carisma, sia nelle pubblicità della Hertz, sia nei film, sia sulle copertine delle riviste.
I problemi legali di Simpson non fermarono al processo: nel 2007 fu arrestato a Las Vegas con l’accusa di rapina a mano armata e rapimento, per i quali fu condannato nel 2008 a 33 anni di carcere, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo nove anni. Nel 2017 gli venne concessa la libertà vigilata dopo aver scontato quasi nove anni e da allora ha vissuto una vita relativamente tranquilla, apparendo occasionalmente sui media o sulle piattaforme di social media, più spesso ritratto sul campo da golf.
Il pubblico è sempre rimasto affascinato dalla sua storia. La sua eredità rimane controversa, con i risultati atletici ampiamente oscurati dalla sua storia legale e dai perduranti interrogativi sul caso di omicidio.