Un’altra denuncia per danni contro Trump, mossa per la sua decisione – quando era presidente – di far sgomberare i manifestanti di Black Lives Matter da Lafayette Square Park a Washington usando sostanze chimiche irritanti, compresi i gas lacrimogeni. Fantasmi del mandato presidenziale che si aggiungono ai molti casi giudiziari dell’ex inquilino della Casa Bianca: fra poche settimane si torna in tribunale e questa volta le accuse potrebbero essere di aggressione, lesioni e danni emotivi.
Il caso è nato come Buchanan vs Trump, e risale al 2020, quando i manifestanti che protestavano per l’omicidio di George Floyd furono sgomberati con le cattive maniere. Poco dopo, lo stesso Trump si fece riprendere, emblema del potere e dello strapotere, mentre attraversava il parco per andare a visitare una chiesa e farsi fotografare con una Bibbia in mano.
La vicenda giudiziaria ha avuto molte traversie. Semplificando, Buchanan e un altro gruppo di querelanti, rappresentati dalla American Civil Liberties Union, hanno finito per patteggiare con il governo per l’azione della polizia. Restano però in piedi le richieste di danni contro Trump e contro altre autorità presenti quel giorno in piazza, come l’ex segretario alla Giustizia Bill Barr; una nuova denuncia emendata è stata depositata in tribunale.
Il merito della denuncia e se meriti un processo sono ancora da determinare, ma un giudice ha dichiarato che Trump può essere convocato.
Il caso procederà nel corso di aprile. Dovrebbe imperniarsi sulle responsabilità personali dell’ex presidente per gli eventi di quel giorno. Esiste un rapporto del Dipartimento di Giustizia del 2021 secondo cui le azioni della polizia non erano compatibili con la legge, ma la presenza di Trump in piazza sarebbe stata casuale. Bisogna quindi vedere se Trump secondo i giudici deve essere processato, ma in ogni caso dovrebbe essere chiamato come testimone.