Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’agenzia federale che controlla la sanità pubblica degli Stati Uniti d’America, ha segnalato l’aumento allarmante dei casi di una malattia meningococcica invasiva, derivata per da uno specifico ceppo di batteri.
Secondo quanto emerso, nel 2023 sono stati segnalati 422 casi di cui 17 morti, il numero più alto mai registrato dal 2014. Gli interessati sono stati prevalentemente adulti di età compresa fra i 30 e 60 anni, di cui soprattutto persone nere o affette da HIV. L’incidenza della malattia risulta in ascesa e solo nei primi mesi del 2024 sono già stati riportati 143 episodi.
Gli esperti del CDC hanno inoltre rivelato che il virus si è diffuso almeno in venti Stati e che i Dipartimenti della Salute di Texas e Virginia hanno già allertato la popolazione sull’aumento della malattia.
Questo tipo di batteri può provocare una pericolosa infiammazione al cervello e al midollo spinale. Fra i sintomi ci sono febbre, mal di testa, torcicollo, nausea e vomito. Ma anche infezioni del flusso sanguigno che possono provocare brividi, affaticamento, respirazione rapida, diarrea e nelle fasi progressive un’eruzione cutanea violacea in una qualsiasi parte del corpo.
Seppure la malattia possa essere contrastata con gli antibiotici, l’intervento deve essere il più rapido possibile per evitare il peggioramento. Le stime indicano che l’incidenza della mortalità sia dal 10% al 15% e talvolta chi ne è stato colpito abbia dovuto procedere all’amputazione di arti e abbia avuto problemi con l’udito.
I medici raccomandano di vaccinare contro il meningococco tutti i bambini e in particolar modo le persone anziane, oltre a procedere ai richiami, in modo da avere una copertura completa e contrastare il crescente aumento del virus.