Il Senato degli Stati Uniti ha approvato finalmente nella notte una legge di finanziamento, una decisione bipartasin per evitare lo shutdown di numerose agenzie federali chiave fino a settembre, e scongiurare così una paralisi parziale del governo. Il Senato non aveva rispettato la scadenza della mezzanotte di venerdì per votare la legge, ma ha votato nelle prime ore di sabato per approvare la risoluzione che aveva già ricevuto il via libera dalla Camera.
Si tratta di un pacchetto da 1,2 trilioni di dollari, che coprirà il fabbisogno dei tre quarti delle agenzie federali per i prossimi sei mesi; inoltre l’accordo fra repubblicani e democratici ha incluso un aumento delle paghe dei militari, un rafforzamento della sicurezza al confine con il Messico in funzione anti migrati, e lo stralcio dei fondi USA all’UNWRA, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. L’UNWRA, cruciale per l’assistenza soprattutto nella Striscia di Gaza, è accusata da Israele di spalleggiare Hamas e alcuni operatori sarebbero coinvolti nell’assalto del 7 ottobre in Israele.
L’approvazione è giunta dopo la scadenza della mezzanotte; tecnicamente alcuni finanziamenti sarebbero fuori tempo massimo ma la Casa Bianca di Joe Biden ha dichiarato che il presidente non avrebbe dichiarato il temuto shutdown, perché il voto era imminente. Ora il provvedimento passa alla firma presidenziale.
Il voto alla Camera è passato però per un pelo, con la ribellione dell’ala più a destra dei repubblicani, indicando la difficile tenuta che Johnson ha sulla maggioranza nella Camera bassa. Così al Senato, dove la maggioranza è democratica, i repubblicani hanno continuato la lotta; un gruppo di senatori di destra ha chiesto emendamenti su alcuni temi politicamente sensibili come l’immigrazione, le sanzioni all’Iran e alcuni fondi per la spesa pubblica.
La modifica del testo avrebbe però portato inevitabilmente al blocco dell’amministrazione federale con il ritorno della legge alla Camera, dove l’attività è già stata sospesa per più di due settimane (in coincidenza con Pasqua). Il Senato è quindi rimasto in seduta fino alle prime ore di sabato, mentre i repubblicani e Schumer discutevano. L’accordo è arrivato sul filo di lana permettendo di votare ai senatori.