Nulla da fare: Trump non ce l’ha fatta a depositare la mega-cauzione da 454 milioni di dollari legata al risarcimento per le frodi assicurative e fiscali su cui – secondo il giudice – il magnate newyorkese avrebbe costruito la propria ricchezza.
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca avrebbe chiesto prestiti a oltre trenta società, ma senza successo – incontrando “difficoltà insormontabili” che hanno spinto i suoi avvocati a chiedere alla corte d’appello di Manhattan un rinvio della scadenza.
Per pagare l’enorme obbligazione, Trump potrebbe tentare di accendere un’ipoteca su una qualsiasi delle sue proprietà, ma gli esperti legali hanno avvertito che non sarebbe un compito facile. Il team di avvocati del guru GOP sostiene inoltre che il loro assistito potrebbe essere nei fatti costretto a vendere al ribasso le sue proprietà per raccogliere i fondi necessari, subendo perdite irreversibili anche se dovesse vincere in appello.
Se tuttavia i cinque giudici della corte d’appello non gli concederanno di rimandare il pagamento, il ministro della Giustizia dello Stato di New York, Letitia James, potrà cominciare a sequestrare i suoi beni già da lunedì prossimo.
Ma quali sono le proprietà in concreto attaccabili? La procuratrice generale ha l’autorità di sequestrare le proprietà di Trump nello Stato di New York e altrove. Non si tratta solo di immobili, ma anche di conti correnti, azioni, stipendi, opere d’arte, crediti, affitti e via dicendo.
Trump possiede o ha interessi in una serie di edifici famosi di New York, tra cui: il Trump Building (40 Wall St.), il Trump International Hotel and Tower (One Central Park West), il Trump Park Avenue e il grattacielo 1290 Avenue of the Americas – tutti a Manhattan. La sua omonima holding immobiliare, la Trump Organization, possiede inoltre i locali commerciali della Trump Tower al 724 della Fifth Avenue, mentre l’ex presidente è proprietario dell’attico triplex, secondo quanto riportato da Curbed.
Se il sequestro dei beni newyorkesi di Trump potrebbe essere pressoché immediato, il discorso si fa più complicato per le proprietà ubicate in altri Stati. Tra tutte, la principesca residenza di Mar-a-Lago, in Florida. La procuratrice James dovrebbe infatti presentare una richiesta al tribunale di competenza, facendo notevolmente slittare i tempi.