Due tribunali e un imputato. Donald Trump ha trascorso la giornata in un’aula di una corte federale in Florida dove i suoi avvocati speravano di ottenere l’archiviazione delle accuse per aver portato via, e poi nascosto, i documenti top secret. Speranze non esaudite, perché il giudice ha respinto la richiesta. Mentre l’udienza era in corso a Fort Pierce, in Florida, a New York il District Attorney di Manhattan, Alvin Bragg, ha chiesto al magistrato Juan Merchan di rinviare di 30 giorni l’inizio del processo che era stato messo in agenda per il 25 marzo. Secondo il District Attorney un’ampia documentazione raccolta dall’Fbi, che per prima aveva indagato sui pagamenti in nero fatti nel 2016 dall’allora candidato repubblicano Donald Trump ad una attrice porno, sono stati consegnati solo nei giorni scorsi e devono essere esaminati dagli avvocati della procura distrettuale. La settimana scorsa gli avvocati di Trump avevano chiesto al magistrato un rinvio del processo. Se il magistrato accetterà la richiesta sarà il quarto rinvio nei procedimenti giudiziari dell’ex presidente.
In Florida c’è stata una lunghissima udienza, interrotta per una pausa per il pranzo, nell’aula del tribunale federale in cui Donald Trump e i suoi avvocati hanno chiesto al magistrato Eileen Cannon di archiviare il procedimento federale per le carte segrete nascoste a Mar a Lago. In aula c’era anche Jack Smith, il procuratore speciale che ha incriminato Trump per questo caso e per l’assalto al Congresso.
La prima parte dell’udienza ha affrontato la mozione di Trump secondo cui lo statuto in base al quale è stato accusato è costituzionalmente vago.

La seconda mozione era sull’applicazione dell’Espionage Act di cui è stato accusato di aver violato, se sia applicabile ad un ex presidente. Gli avvocati di Trump sostengono che le questioni legali irrisolte equivalgono a una vaghezza incostituzionale e per questo hanno chiesto l’archiviazione del caso. Il magistrato ha respinto la richiesta, sostenendo che la questione “merita una seria considerazione da parte della giuria” durante il processo e non deve essere decisa in questa fase.
“Queste accuse devono essere cancellate”, aveva dichiarato l’avvocato di Trump Emil Bove affermando che il suo cliente è vittima di un’ingiustizia dal momento che non è stata avviata nessuna azione penale verso altri presidenti trovati in possesso di documenti classificati, citando esplicitamente Joe Biden.
“Le affermazioni di Trump si basano su tre errori fondamentali, che riflettono tutti la sua opinione secondo cui, in quanto ex presidente, le leggi e i principi di responsabilità della nazione che governano ogni altro cittadino non si applicano a lui”, avevano risposto i pubblici ministeri.
Si prevede che Cannon rinvierà la data provvisoria del processo del 20 maggio a causa delle controversie nel caso e ha detto che probabilmente sarà più tardi rispetto alla proposta dell’accusa dell’8 luglio. Gli avvocati di Trump hanno suggerito l’inizio del 12 agosto, ma l’hanno esortata a rinviare il processo fino a quando dopo le elezioni di novembre.
Trump deve affrontare 40 capi d’imputazione per aver portato via dalla Casa Bianca e poi nascosto a Mar A Lago documenti della difesa nazionale aiutato da due dei suoi dipendenti – il valletto personale Walt Nauta e l’amministratore dl resort, Carlos De Oliveira – per nasconderli alle autorità federali. Tutti e tre si sono dichiarato non colpevoli.

Più di 300 documenti riservati sono stati recuperati più di un anno dopo che Trump aveva lasciato la Casa Bianca, la maggior parte dopo una perquisizione dell’FBI nell’agosto 2022.
Gran parte del dibattito si è incentrato su una legge che ha avuto origine in un altro momento storico in cui un presidente si trovava di fronte alla prospettiva di accuse penali. Promulgato negli anni successivi allo scandalo Watergate – quando i legislatori temevano che il presidente Richard Nixon potesse distruggere i documenti dopo aver lasciato l’incarico – il Presidential Records Act del 1978 regola la proprietà e la conservazione dei documenti presidenziali.
Gli avvocati di Trump hanno sostenuto che la legge conferiva a Trump il potere discrezionale di designare i documenti in questione come personali, rendendone legale la conservazione nel suo resort di Mar-a-Lago. I legali hanno sostenuto che, ai sensi del Presidential Records Act, qualsiasi controversia sui documenti dovrebbe essere trattata come una questione civile piuttosto che penale.
In risposta gli inquirenti federali hanno affermato che i documenti al centro del caso sono senza dubbio documenti presidenziali – non documenti personali come sue annotazioni, impressioni, ricordi personali degli incontri di quando era alla Casa Bianca – ma documenti altamente sensibili preparati dalle agenzie governative, come piani militari preparati dal Pentagono e la localizzazione dei silos nucleari, e che ora l’ex presidente sta cercando di sostenere che la legge non si applica a lui.
“Anche se i documenti altamente riservati che Trump ha portato dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago fossero stati in qualche modo classificati come “personali” – hanno affermato gli inquirenti – ai sensi del Presidential Records Act la loro conservazione è ugualmente illegale”.
Su questa seconda istanza il giudice Aileen Cannon non si è ancora pronunciata anche se durante la fase dibattimentale è sembra scettica sulle argomentazioni degli avvocati di Trump. Non ha detto quando emetterà il suo parere.
La Corte Suprema esaminerà le argomentazioni sull’immunità presidenziale il 25 aprile nell’altro caso federale pendente di Trump, con l’accusa di aver tentato di ribaltare il risultato elettorale del 2020. Un giudice federale e la Corte d’Appello del Circuito di Washington hanno già stabilito che Trump, una volta lasciata la Casa Bianca, non ha protezione dalle accuse federali.