In seguito alle dimissioni del primo ministro Ariel Henry e alla notizia dell’Onu che le gang sono arrivate a controllare almeno l’80% della capitale Port-au-Prince, Haiti è nel caos. L’amministrazione Biden sta considerando di aumentare la capacità dei centri di accoglienza alla Baia di Guantanamo a Cuba, nel caso in cui dovesse verificarsi un esodo di massa verso gli Stati Uniti, già alle prese con migliaia di migranti al confine e richiedenti asilo nelle metropoli.
“Penso che dobbiamo essere preparati – ha dichiarato il Comandante del Comando Sud Gen. Laura Richardson ai legislatori del Congresso. – Ho presentato una richiesta per aumentare la capacità proprio per questo motivo, in modo da essere pronti nel caso di una migrazione di massa, a fronte di un’analisi completa del nostro piano emergenze a Gitmo realizzata la scorsa estate”.
Guantanamo, a soli 320 km dall’isola caraibica, sarebbe un filtro essenziale. È poi decisamente più vicina delle coste della Florida, meta finale del viaggio della salvezza che intraprendono gli haitiani. Molti, infatti, rischiano la vita attraversando le acque atlantiche del Golfo del Messico. Le guardie americane che nei giorni scorsi hanno intercettato gommoni diretti negli Stati Uniti hanno rimpatriato tutti i passeggeri, ma sarebbero disposti a lasciare i passeggeri a Cuba se la crisi politica, umanitaria ed economica ad Haiti dovesse degenerare ancora.
Per il momento, comunque, le rotte rimangono ancora poco trafficate. “Stiamo monitorando attentamente la situazione e le vie più frequentate per raggiungere i nostri confini”, ha dichiarato alla CNN un portavoce del National Security Council. “Coloro che vengono intercettati in mare verranno rimpatriati nell’immediato. Il Dipartimento di Sicurezza Interna sta tenendo sotto controllo il quadro ad Haiti insieme al Dipartimento di Stato e ai partner internazionali”.
Anche al Palazzo di Vetro di New York qualcosa di muove. Le Nazioni Unite stanno organizzando un “ponte aereo” per trasportare aiuti umanitari cruciali passando per la Repubblica Dominicana. Mesi di violenze hanno costretto almeno 360 mila persone a fuggire. In migliaia sono rimaste senza casa, senza medicine e senza cibo.
Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha già mobilitato 250 agenti delle forze dell’ordine e una flotta aeronavale – fra cui 133 membri della Guardia di Stato della Florida, di solito dispiegati in caso di disastri naturali – per pattugliare le acque meridionali nel Golfo del Messico e frenare una potenziale ondata di migranti haitiani.
Altre volte gli americani hanno usato la Baia di Guantanamo come centro di smistamento. Nel 2010, per esempio, dopo il terremoto che divise in due l’isola di Hispaniola, la utilizzarono come base per soccorrere la popolazione.