La Russia è pronta a usare armi nucleari in caso di minaccia alla propria sovranità o indipendenza.
A pochi giorni da una (scontata) tornata elettorale che lo riconfermerà per altri 6 anni sullo scranno del Gran Palazzo del Cremlino – complice la conveniente esclusione dei candidati pacifisti – Vladimir Putin è tornato mercoledì a tuonare contro l’Occidente in un’intervista rilasciata alla TV di Stato russa.
Il 71enne leader pietroburghese ha chiarito che Mosca non ha intenzione di impiegare armi nucleari “tattiche” in Ucraina, aggiungendo però che, in linea con la dottrina di sicurezza nazionale, è pronta a farvi ricorso in caso di minaccia “all’esistenza dello Stato russo, alla nostra sovranità e indipendenza”.
“Tutto questo è scritto nella nostra strategia, non l’abbiamo cambiata”, ha affermato il presidente russo nell’intervista a Dmitry Kiselev, direttore generale del conglomerato mediatico Rossiya Segodnya.
“Le nazioni che dicono di non avere linee rosse nei confronti della Russia dovrebbero rendersi conto che la Russia non avrà linee rosse nemmeno nei loro confronti“, ha poi chiosato. Un chiaro riferimento alle parole del ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, che ha recentemente contestato il fatto che l’Occidente atlantista si auto-imponga “linee rosse” per non infastidire oltremodo l’uomo forte del Cremlino.
📹 Full video of Vladimir Putin's exclusive interview with Dmitry Kiselev, General Director of Rossiya Segodnya Media Group, Sputnik's parent company pic.twitter.com/mgvZxPy1RT
— Sputnik (@SputnikInt) March 13, 2024
A dire di Putin, comunque, il mondo non sembra irrimediabilmente diretto verso un’apocalisse atomica. Anche grazie all’esperienza di “politici veterani” come quella dell’avversario statunitense Joe Biden – che ha clamorosamente incassato l’endorsement del Cremlino poiché ritenuto “più prevedibile” rispetto al guru repubblicano Donald Trump.
L’ottimismo putiniano non si limita però alle sorti dell’umanità, abbracciando anche le sorti della guerra in Ucraina. Queste ultime, al momento, paiono sorridere proprio alle truppe di Mosca, che stanno lentamente riconquistando alcune delle posizioni perse negli ultimi mesi – anche se la dinamica è controbilanciata da alcuni raid di successo degli ucraini nel Mar Nero. Raid che avrebbero portato alla cacciata (mai confermata) del capo di Stato maggiore della Marina russa.
Lo stato dell’arte bellico, prosegue Putin, non fa che confermare la necessità per Kyiv e i suoi partner occidentali di accettare una tregua alle condizioni della Russia. Quella attuale “non dovrebbe essere una pausa per il riarmo del nemico, ma un discorso serio che preveda garanzie di sicurezza per la Federazione Russa”, ha dichiarato.
Il monito di mercoledì è solo l’ultima delle ormai periodiche minacce del leader russo sulla disponibilità a usare armi nucleari. Un’altra era stata esternata appena un mese fa nel suo discorso sullo stato della nazione, quando avvertì l’Occidente che l’idea del presidente francese Emmanuel Macron inviare truppe europee in Ucraina avrebbe comportato il rischio di un conflitto nucleare.
Nel resto dell’intervista, Putin ha anche annunciato lo schieramento di truppe lungo il confine con la Finlandia. Il recente ingresso della repubblica scandinava e della vicina Svezia nella NATO, che fa seguito a secoli di neutralità interrotti dall’effetto domino post-aggressione in Ucraina, è stato bollato dal leader russo come “un passo assolutamente privo di significato dal punto di vista della tutela dei propri interessi nazionali”. Anzi, persino controproducente: “Non avevamo truppe lì (al confine finlandese), ora invece ci saranno.”