I leader dell’intelligence statunitense, nel corso dell’annuale testimonianza davanti al Senate Intelligence Committee, dichiarato che il Paese si trova a dover fare i conti un “ordine mondiale sempre più fragile”, mentre continua ad affrontare una serie di minacce globali, aggravate dall’uso da parte degli avversari di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale.
In particolare, le agenzie americane si sono focalizzate sui presunti sforzi profusi dalla Cina per manipolare le elezioni presidenziali del 2024, anche tramite una lunga serie di campagne di disinformazione, condotte attraverso l’uso dell’AI.
“La minaccia di attori maligni che sfruttano questi strumenti e queste tecnologie per minare gli interessi e la democrazia degli Stati Uniti è particolarmente forte”, ha dichiarato il direttore dell’Intelligence nazionale, Avril Haines, “nel frattempo, milioni di elettori si recano alle urne, in oltre sessanta paesi del mondo”.
“Gli Stati Uniti-hanno inoltre spiegato le diverse agenzie coinvolte nel dossier presentato ieri- stanno affrontando una Cina ambiziosa ma ansiosa, una Russia conflittuale, alcune potenze regionali come l’Iran e attori non statali più capaci, che stanno sfidando le regole di lunga data del sistema internazionale e la supremazia degli USA al suo interno”.

All’evento di ieri, oltre alla già citata Haines, hanno partecipato il direttore della CIA, William Burns, il direttore dell’FBI, Christopher Wray, l’assistente del Segretario di Stato per l’intelligence e la ricerca, Brett Holmgren, il direttore della National Security Agency, Timothy Haugh, e il capo della Defense Intelligence Agency del Pentagono, Jeffrey Kruse.
Stando a quanto affermato da questi ultimi nel loro dossier, “i leader cinesi credono che sia essenziale proiettare il loro potere a livello globale per poter resistere alle pressioni degli Stati Uniti. Il Paese, inoltre, potrebbe tentare di influenzare in qualche modo le nostre elezioni ed amplificare le divisioni sociali della nazione”.
Naturalmente, nel corso del convegno si è discusso anche della complessa situazione venutasi a creare in Medio Oriente. Secondo i funzionari, il conflitto iniziato il 7 ottobre “ha fatto crescere l’odio nei confronti di Israele e degli Stati Uniti. Anche se è troppo presto per dirlo, è probabile che la guerra di Gaza abbia un impatto generazionale sul terrorismo”.
Si è parlato, infine, anche della guerra in Europa tra Ucraina e Russia: i capi dell’intelligence, in tal senso, hanno sottolineato l’importanza di un continuo sostegno militare da parte degli Stati Uniti al Paese guidato da Volodymyr Zelensky. “Gli ucraini non stanno esaurendo il loro coraggio e la loro tenacia-ha dichiarato il capo della CIA Burns-ma stanno finendo le munizioni”.