Due cani Bog e George, non accadeva dal 2019, sono morti durante la competizione con slitta che si tiene in Alaska, iniziata il 2 marzo, la famosa Iditarod.
Si tratta della gara annuale della durata di 10 giorni e di 1.609 chilometri, partita da Anchorage, che vede i “musher” – coloro che guidano squadre canine, in questa edizione 38 – dirigersi attraverso catene montuose, lungo il fiume ghiacciato Yukon e il Mare di Bering, prima di giungere, talvolta anche con avverse condizioni metereologiche, nella città di Nome.
Bog, era un maschio di due anni della squadra del musher Issac Teaford, ed è collassato vicino a un checkpoint nel villaggio di Nulato, un ex avamposto commerciale russo situato a 937 km dal luogo in cui la corsa ha preso inizio.
Nonostante fosse presente un veterinario intervenuto immediatamente, che ha praticato per 20 minuti una rianimazione cardiopolmonare, l’animale non si è ripreso.
Anche George, un maschio di quattro anni della squadra del musher Hunter Keefe, l’altro cane deceduto, ha avuto un collasso a circa 56 chilometri dal villaggio di Kaltag e a oltre 1000 chilometri dalla partenza.
Sugli animali saranno condotte autopsie per stabilire con precisione le cause della morte. Entrambi gli equipaggi dichiarati “inesperti” dagli organizzatori, dopo gli episodi hanno abbandonato volontariamente la competizione.
People for the Ethical Treatment of Animals, meglio conosciuta come PETA, che da sempre critica l’Iditarod, dopo i tragici eventi ha chiesto che la gara venisse chiusa.
“Il conteggio delle vittime continua a salire, i cani sono costretti a correre fino allo sfinimento, non possono esserci trofei per gli uomini e tombe di ghiaccio per i cani”, ha dichiarato Colleen O’Brien vicepresidente senior di PETA.
“La priorità dei musher è la vittoria rispetto al benessere degli animali questo è ciò che contestiamo dell’Iditarod”, ha aggiunto la vicepresidente esecutiva di PETA Tracy Reiman.
Era stata Oshi una femmina di cinque anni l’ultima cagnolina a morire di polmonite durante la gara cinque anni fa, era parte della squadra del musher Richie Beattie.
Anche nei mesi che hanno preceduto l’attuale sfida, altri cinque cani sono morti e otto sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti dalle motoslitte che seguivano le squadre durante le corse di addestramento.
Secondo l’associazione animalista PETA, oltre 150 cani hanno perso la vita nell’Iditarod, seppure i funzionari di gara non abbiano mai fornito dati ufficiali.
L’Iditarod Trail Sled Dog Race è stata ideata nel 1973 da Joe Redington Sr., con l’obiettivo di preservare la tradizione dei cani da slitta in Alaska, passata in secondo piano a causa dell’utilizzo sempre più frequente delle motoslitte.
La competizione vuole anche ricordare un drammatico evento avvenuto in queste terre dal clima estremo. Nel 1925 a Nome scoppiò un’epidemia di difterite fra i bambini e l’unico modo per raggiungere il remoto luogo era quello di utilizzare le slitte per portare rapidamente l’antitossina, in grado di combattere la malattia.
La storia è stata documentata anche in un film, “Balto”, l’eroico cane che guidò la spedizione dell’ultimo dei 20 team, che nella “Corsa al siero” in soli cinque giorni dalla partenza raggiunse il villaggio.
Oggi, ai musher che partecipano alla gara dell’Iditarod oltre all’onore, viene corrisposto un cospicuo premio in denaro.