Allarme nel mondo medico alla notizia dell’espandersi della febbre dengue in Sudamerica. La crisi è legata all’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici che ha ampliato il raggio territoriale della zanzara portatrice del virus e ne ha aumentato la proliferazione.
La malattia si è diffusa con particolare virulenza in Brasile, dove gli epidemiologi prevedono che i casi di dengue raggiungeranno i milioni – più che raddoppiando il record precedente – e potenzialmente il virus ucciderà migliaia di persone. Paraguay, Argentina e Perù stanno registrando anch’essi forti aumenti della malattia, mentre gli epidemiologi chiamano alla vigilanza perché la dengue si sta insinuando in luoghi dove non è mai stata e la lotta contro la malattia è entrata in una nuova fase imprevedibile e pericolosa.
Fino al recente passato, la febbre dengue è stata storicamente confinata ai climi tropicali. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata un’impennata dei casi in gran parte del mondo – +800% dall’inizio del millennio. Ad esempio in Florida, dove l’anno scorso la Florida sono avvenuti ben 178 casi di trasmissione locale. Anche la California, l’Arizona e il Texas stanno rilevando una rilevante trasmissione locale, analogamente a quanto sta accadendo in Europa meridionale, dove i casi sono nell’ordine di decine.
Per gli epidemiologi, tuttavia, questo è probabilmente solo l’inizio. Nei prossimi anni, quando i cambiamenti climatici amplieranno la portata della zanzara A. aegypti, la malattia potrebbe diventare sempre più diffusa, persino endemica, in gran parte dell’Europa meridionale e degli Stati Uniti meridionali.