Un porto a Gaza, un porto da costruire in una missione a guida Usa, per distribuire aiuti umanitari ai palestinesi della Striscia. L’annuncio che arriverà dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, è un altro segnale della politica della Casa Bianca nel conflitto fra Israele e Hamas: sostegno alla popolazione civile provata ormai da cinque mesi di guerra e ridotta allo stremo, e tuttavia senza condannare esplicitamente l’azione del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu, che fra le altre cose pone continui ostacoli all’ingresso dei camion umanitari nella Striscia.
Le forze armate statunitensi saranno a capo di una missione che consentirà di costruire un porto mobile, una piattaforma Marin lungo la costa di Gaza, sul Mar Mediterraneo. Riceverà grandi navi in grado di portare cibo, acqua,
medicine e altri rifornimenti, mentre continua la guerra. Funzionari della Casa Bianca hanno spiegato che il personale statunitense non scenderà a terra, ma lavorerà con le agenzie Onu e con altri partner umanitari per realizzare il progetto che richiederà “un certo numero di settimane per essere pianificato ed eseguito”. Le prime spedizioni di rifornimenti arriveranno attraverso Cipro.
Sarebbero oltre 30.000 i palestinesi uccisi in 5 mesi nella Striscia dal 7 ottobre, giorno della sanguinosa offensiva di Hamas in Israele che ha ucciso 1.200 persone e tratto in ostaggio centinaia di israeliani.