Un corridoio protetto che attraverso il Mar Mediterraneo faccia affluire una maggiore quantità di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, aggirando parzialmente Israele. A spingere sulla proposta è stata nelle ultime ore la Casa Bianca, come confermato martedì ai giornalisti dalla Casa Bianca e dal Pentagono.
“In coordinamento con le agenzie statunitensi e i nostri partner internazionali, stiamo esaminando attivamente le opzioni per un corridoio marittimo per l’assistenza umanitaria a Gaza, incluse le potenziali opzioni commerciali e contrattuali”, ha dichiarato ai giornalisti il segretario stampa del Dipartimento della Difesa, Pat Ryder.
Il coinvolgimento dell’esercito statunitense, spiega Ryder, sarebbe limitato a un “ruolo di supporto”, laddove a recapitare praticamente gli aiuti dovrebbero piuttosto essere i funzionari dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).
Il canale marittimo si aggiungerebbe a un incremento delle consegne effettuate via terra – e da qualche giorno anche via aerea. Martedì tre C-130 statunitensi hanno sganciato nella parte settentrionale dell’enclave costiera assediata 60 pacchi per un totale di oltre 36.000 pasti pronti per essere consumati – in una missione congiunta con l’aviazione giordana analoga a quella compiuta lo scorso sabato. Una tattica che peraltro, secondo gli esperti, non è minimamente in grado di sostituire i camion poiché costosa e relativamente inefficace.
Il corridoio via mare “farà parte di uno sforzo congiunto con i nostri partner internazionali per aumentare la quantità di aiuti salvavita che stiamo facendo arrivare a Gaza”, ha dichiarato martedì ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby.
“Gli Stati Uniti continueranno a sollecitare Israele a facilitare l’ingresso di più camion e la creazione di più rotte, aprendo più passaggi in modo che più aiuti possano arrivare alle persone bisognose”, ha aggiunto il portavoce.
Incontrando martedì il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, il segretario alla Difes Lloyd Austin ha “espresso forti preoccupazioni per la situazione umanitaria a Gaza” e ha chiesto l’assistenza di Gantz per consentire l’ingresso di maggiori aiuti nella regione palestinese, secondo una nota del Pentagono.
La questione è stata al centro anche dell’incontro tra Gantz e il segretario di Stato Antony Blinken, con quest’ultimo che avrebbe tentato di persuadere Israele a concedere un secondo confine per consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza.
Gantz, che prima dello scoppio della guerra sedeva all’opposizione del premier Benjamin Netanyahu, da inizio settimana si trova a Washington per incontrare alti funzionari dell’amministrazione Biden, tra cui la vicepresidente Kamala Harris. La missione ha fatto però infuriare proprio Bibi, che ne sarebbe rimasto all’oscuro fino all’ultimo e avrebbe dato ordine all’ambasciata israeliana nella capitale USA di boicottare la visita del ministro progressista.