A Boston, il “European Economic Policy Forum” ha ospitato un incontro di grande interesse dal titolo “Una Conversazione con Romano Prodi – Europa nello scenario geopolitico in trasformazione”.
Un evento organizzato al Centro per gli Studi Europei Minda de Gunzburg dell’Università di Harvard, che ha offerto un’occasione per un dialogo approfondito con l’ex Primo Ministro italiano ed ex Presidente della Commissione Europea.
Il moderatore dell’incontro è stato Dante Roscini, Professore di Business Administration presso la Harvard Business School e Professore Associato al Centro per gli Studi Europei Minda de Gunzburg dell’Università di Harvard.
In una sala gremita di studenti, Prodi ha condiviso le sue valutazioni su una vasta gamma di temi. Durante la discussione, si è affrontata l’importanza della cooperazione europea in un contesto geopolitico in continua evoluzione, così come gli impatti globali delle decisioni politiche.
In un’epoca caratterizzata da sfide senza precedenti, Prodi ha fatto particolare riferimento ai conflitti in corso e ha indicato il sogno di una Europa non solo solida economicamente, ma con una forte leadership politica e una difesa militare unica. In particolare, si è soffermato sul ruolo cruciale dell’Unione Europea nel contesto geopolitico globale, nonché sulle sfide e le opportunità che essa affronta nel perseguire una strategia di cooperazione e integrazione. Durante le sue considerazioni, ha raccontato diversi aneddoti sui vari incontri tenuti negli anni con i presidenti americani, russi e cinesi.
Presidente Prodi, l’Europa ha di fronte un rischio di crescita bassa che deriva da un rallentamento globale e dalle tensioni geopolitiche. Quale antidoto vede per l’UE e in particolare l’Italia?
“Il problema è in parte strutturale, quindi se non facciamo un salto in avanti nella politica europea di fronte ai cambiamenti globali, potremmo rimanere bloccati in questa bassa crescita per decenni. Tuttavia, abbiamo grandi opportunità, possibili solo, però, se procediamo con la riforma delle istituzioni europee e con politiche comuni. Ci sono stati momenti in cui abbiamo fatto progressi, ma l’economia è sempre influenzata dalle decisioni politiche. Al momento, nutro molte speranze che dopo le elezioni europee ci sia un reale cambio di passo. Quanto all’Italia, credo che molto dipenda anche dalla politica di austerità eccessiva, dalla mancanza di investimenti nel futuro, nella ricerca, nell’innovazione. Una politica conservativa, per definizione, porta a una bassa crescita. Naturalmente, tutto ciò è legato al debito. Io ero riuscito ad abbassare il debito notevolmente senza compromettere la crescita. Ma per raggiungere questi obiettivi è necessario un forte senso di solidarietà nel paese. È necessaria una consapevolezza politica, sia per la severità da un lato, che per gli investimenti nel futuro dall’altro.”
Il 2024 è un anno di elezioni e cambiamento di governance sia in Europa che negli Stati Uniti. Qual è lo scenario migliore e quale quello peggiore?
“Beh, lo scenario peggiore è quello che allontanerà ulteriormente Europa e Stati Uniti. Quindi, secondo i programmi, Trump certamente, sarebbe un grave problema. Anche se nessuno sa se poi la sua azione seguirà il programma, se io leggo il programma, credo che lo scenario di uno ‘split’ politico ed economico sia quello peggiore.”